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Fabio Ridolfi “ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua".
Lo ha comunicato lui stesso, fa sapere l'Associazione Luca Coscioni, tramite il puntatore oculare, in un video in cui spiega: "Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene".
Fabio ha 46 anni, è di Fermignano, immobilizzato a letto dal 2004, a causa di una tetraparesi, conseguenza di un'emorragia cerebrale improvvisa una domenica sera a casa dei suoi genitori, 5 giorni prima di compiere 28 anni.
Prima ha aspettato per quasi due mesi il parere del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni previste dalla Corte costituzionale per poter ottenere aiuto medico alla morte volontaria: il parere, pronto dall'8 aprile, è arrivato 23 ore dopo il suo videoappello del 18 maggio in cui scriveva "Gentile Stato italiano, aiutami a morire", e riconosceva il suo diritto. Fabio ha tutti i requisiti, compresa la "sofferenza insopportabile".
La decisione di "porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua", arriva - spiega l'Ass. Coscioni - "a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l'aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione". Per questo motivo Fabio il 27 maggio aveva anche diffidato formalmente l'Asur Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Una diffida cui, però, ricorda l'Associazione, "l'Asur ad oggi non ha mai risposto; decorsi i termini, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere con un'azione penale nei confronti dei responsabili dell'inadempimento per omissione di atti d'ufficio".
"Fabio aveva un diritto, - dichiarano l'avv. Filomena Gallo, segretario nazionale Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi, e Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione -, quello di poter scegliere l'aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242 della Corte Costituzionale (Cappato\Dj Fabio). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell'ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta".