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L’uso ai fini alimentari e il commercio della farina di grillo sono stati approvati dall’Unione Europea il 24 gennaio scorso, scatenando non poche polemiche nel vecchio continente dove l’alimentazione è priva di insetti, contrariamente a quella delle popolazioni asiatiche.
In Italia sono esplose diverse reazioni soprattutto in seguito al debutto del “Grillo cheeseburger”, primo hamburger fatto con farina di grillo (in realtà solo l’1,6%) in un noto locale di Milano.
Un motivo di polemica è la convinzione comune che le aziende non siano obbligate a indicare sulla lista degli ingredienti dei prodotti il tipo di farina utilizzata.
Ma si tratta di una notizia falsa, in quanto le aziende che vogliono usare la farina di grillo sono tenute a riportarlo sull’etichetta secondo il decreto legge 109 del 1992 ed anche dalla norma europea 1169 pubblicata nel 2011.
Ma cos'è la farina di grillo? E soprattutto ne vale la pena consumarla? Ne parla la testata Il Pescara in un articolo molto interessante.
Innanzitutto è un alimento creato con grilli essiccati e, secondo gli esperti, rappresenta un’ottima fonte di proteica perché composta dal 65% di proteine. È inoltre ricca di fibre, vitamina B12, sodio, fosforo, calcio e ferro.
Ma quanto costa la farina di grillo? Molto più di quella comune. Per un chilo di farina di grillo si spende tra i 75 e gli 80 euro, mentre quella di frumento costa meno di 2 euro a sacchetto.