Il protagonista della vicenda si chiama Giuseppe de Nicolò, studente diciannovenne pugliese ma innamorato del Trentino, in particolare della Val di Pejo dal 2021, quando vi andò in vacanza con la famiglia. Giuseppe scelse di tornarci l'estate successiva per lavorare, mandando la candidatura all'Hotel Vioz, "Ho mandato la mia candidatura all’Hotel Vioz e loro mi hanno preso sul serio. Erano un po’ stupiti da un giovane che voleva spostarsi di mille chilometri dal suo paese per lavorare, ma dopo aver parlato con me e con i miei genitori hanno capito quanto fossi determinato".

Il giovane ha lavorato all’hotel anche d’inverno "ma solo durante il periodo delle feste, perché poi devo andare a oscula". Una routine, dunque che è andata avanti per tre anni. Quest'anno, arrivato il momento di rientrare, Giuseppe dichiara di aver preso il treno da Mezzana sabato, arrivando a Trento alle 19.10. "Avevo poi fatto un biglietto Flixbus per l’intera tratta fino a Bari. Il mio autobus per Bologna delle 20.15 però aveva un ritardo di 100 minuti a causa delle code sull’autostrada. Nel frattempo alle 19.50 era arrivato un altro Flixbus, quello delle 18.50, per Bologna. Con l’assenso dell’autista sono salito in modo da non perdere la mia coincidenza a Bologna per Bari delle 23.30".

Una volta a Bologna sono purtroppo incominciati i problemi, come si evince dal racconto del giovane "a Bologna mi sono presentato davanti al mio Flixbus però c’è stato un problema con il mio biglietto. I due autisti mi hanno detto che a loro non risultavo sulla corsa. Io però avevo pagato e ho fatto vedere tutto: biglietto, addebito sul conto e ricevute via mail. Ho provato anche a contattare il servizio clienti, ma sabato notte non è disponibile".

Gli autisti caricano Nicolò mentre chiamano un numero interno per cercare chiarimenti, scoprendo che "Il bus era già partito. Un autista arriva e mi dice che non dovevo essere su quella corsa, che il mio biglietto non esiste e di dire grazie se mi facevano restare sul pullman. A questo punto mi sono risentito, perché io avevo pagato eccome e ho detto che se la pensavano così potevamo chiamare i carabinieri e vedere chi aveva ragione".

La reazione del personale Flixbus, però, non è stata diplomatica: hanno fermato il bus presso una stazione di servizio sulla tangenziale di Bologna e intimato al giovane di scendere. Nicolò non si è comunque perso d'animo, riuscendo a raggiungere la stazione di Bologna in taxi e proseguendo il suo viaggio fino a Molfetta su un treno Intercity.

In seguito al reclamo del ragazzo, Flixbus ha avviato un'indagine per chiarire dinamiche e responsabilità dell'accaduto, mentre lui ha dichiarato "Del rimborso mi importa meno, sarebbero più importanti delle scuse. La questione economica va in secondo piano rispetto al fattore umano". La vicenda non lo ha comunque privato di ottimismo e volontà: "Ora devo finire la maturità e poi si vedrà. Voglio fare l’università, magari proprio in Trentino. Me ne hanno parlato bene".