Il cardinale Angelo Becciu "non ha potuto esercitare il diritto di interrogatorio in merito ai due capi di incolpazione su cui noi avevamo eccepito. Un altro aspetto è che avevamo eccepito era non aver avuto una serie di atti e interrogatori, interrogatori completi non i verbalini, e il Tribunale ha detto 'dovete metterli a disposizione delle difese'. Tutto quello che abbiamo eccepito è stato accolto". E' il commento dell'avvocato Fabio Viglione, difensore del cardinale pattadese, dopo l'ordinanza di oggi del Tribunale vaticano nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.

"Il promotore di giustizia, già nell'udienza di ieri, aveva fatto un passo indietro, evidentemente ritenendo che alcune documentazioni le avrebbe dovute mettere a disposizione, e dall'altro lato che avrebbe dovuto procedere agli interrogatori - spiega il legale -. Ora gli interrogatori possono anche precludere questa fase: l'interrogatorio è un diritto che l'imputato può svolgere anche per evitare il processo, se non lo svolge questa possibilità manca".

Il provvedimento del Tribunale riguarda il card. Becciu per l'ipotesi di subornazione e per il peculato nella vicenda Spes, "su cui la struttura del reato è cambiata, noi ci siamo difesi su una ipotesi diversa". Viglione ribadisce anche che "vogliamo vedere la registrazione di mons. Perlasca, ore di interrogatori non i verbalini. I termini sono stretti. Gli interrogatori invece seguiranno un altro corso, per quei due capi d'imputazione il promotore di giustizia deve ricominciare. Per ora va avanti solo un altro pezzo". In ogni caso, sottolinea, la restituzione degli atti al promotore di giustizia "è una bocciatura della metodologia utilizzata".

Quello del Tribunale è "un provvedimento che ha accolto tutta una serie di nostre censure e quindi noi riteniamo che adesso le cose cambino, perché tutto quello che abbiamo eccepito ha trovato una risposta nel Tribunale, che ha modificato anche un po' il corso poiché non è possibile prevedere un'unicità".

"Invece - continua l'avvocato di Becciu - per alcuni non c'erano stati interrogatori (per quelli il Tribunale ha detto procedere affinché questo diritto sia esercitato, poi si vedrà), sul resto ha ritenuto non infondate le nostre richieste di farci vedere questi atti, questi interrogatori. Secondo noi, oggi non poteva fare di più erano le questioni che noi abbiamo posto".

In sostanza, "parte del processo è regredita, non era matura per il processo, questi due capi d'imputazione non erano maturi per il processo. E domani possono anche cadere. Il cardinale può essere chiamato a interrogatorio e può rispondere - conclude -. Ma vogliamo vedere tutto, e sulla base di tutti gli atti vedere come muoverci. E' un esercizio che è completo se si può avere una integralità degli atti non una parte. Insomma, vogliamo tutto".