La Guardia di finanza di Arezzo ha eseguito un'Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 persone, poste poi ai domiciliari, nell'ambito di un'inchiesta della Procura aretina su una presunta frode fiscale nella commercializzazione di metalli preziosi quali palladio e platino.

Le Fiamme gialle hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni, emesso sempre dal Gip di Arezzo, per un valore di circa 10 milioni di euro, pari al profitto che secondo gli inquirenti sarebbe stato ottenuto dal reato contestato. Eseguite anche 18 tra perquisizioni e sequestri ad Arezzo, Pisa, Roma, Parma, Alessandria, Terni, Nuoro, L'Aquila e Lucca. Perquisizioni e sequestri anche in territorio elvetico a cura delle Autorità svizzere, attivate con rogatoria dalla Procura di Arezzo.

Il meccanismo fraudolento, ricostruito in base alle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria di Arezzo, si sarebbe sviluppato, spiega la Gdf in una nota, attraverso "numerosissimi scambi commerciali intercorsi fra diverse società, con sede in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio, che, emettendo fatture false per quasi 60 milioni di euro, hanno acquistato 'in nero' ingenti quantità di palladio e platino di dubbia provenienza, evadendo l'Iva per quasi 10 milioni di euro e autoriciclando il provento illecito così ottenuto nell'acquisto di oro puro".

Lo schema di frode, che ha coinvolto complessivamente 13 persone e 8 società, a vario titolo denunciate all'ag, "aveva quale perno e principale beneficiaria una società pisana operante nel settore della produzione e commercializzazione di metalli preziosi: tra il 2019 e il 2023 avrebbe "acquistato sistematicamente palladio e platino in 'nero', ottenendo, per effetto del meccanismo fraudolento attuato, un'indebita detrazione Iva per oltre 10 milioni di euro".

Secondo lo schema ricostruito dagli inquirenti "l'associazione a delinquere e, per essa, la società beneficiaria finale della frode si avvaleva di 2 società 'cartiere'" intestate "a prestanome e create al solo fine di "convogliare" l'ingente debito tributario, generato dalle predette transazioni, senza versare mai l'Iva, e di 2 società 'filtro'" queste operative ma "di fatto gestite dai promotori dell'organizzazione, mantenute in condizioni di neutralità fiscale e destinate a creare uno schermo tra la società beneficiaria finale e le 'cartiere'" nell'acquisto 'in nero' del palladio e del platino, e anche nelle fasi successive, con l'acquisto di oro puro presso vari banchi metalli.

Oro che "veniva immediatamente 'scaricato' cartolarmente con false cessioni alle 'cartiere', facendone così perdere le tracce, mentre, in realtà veniva in gran parte restituito in 'nero' alla società 'finanziatrice', che lo utilizzava per pagare il palladio e il platino acquistati originariamente in 'nero'. Per un valore residuo, l'oro veniva infine 'monetizzato' tra la società beneficiaria e le società 'filtro', effettivamente operative. In tal modo, quindi, anche le società 'filtro' ottenevano un profitto illecito, per la propria partecipazione alle operazioni inesistenti".

Sulla base di tali acquisizioni investigative, anche nei confronti di queste ultime società è stato eseguito il sequestro preventivo dei beni, con la nomina di un amministratore giudiziario. Durante le indagini, a dicembre scorso, era stato anche intercettato, spiega sempre la Gdf, un trasporto illecito, effettuato da un corriere dell'organizzazione che era stato bloccato al suo arrivo ad Arezzo: in quell'occasione sequestrati due chili di oro e 25.000 euro in contanti.

All'esito delle perquisizioni svolte contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari personali e reali, sono stati sottoposti a sequestro 17 fabbricati, 121 terreni, rapporti finanziari, oltre 100.000 euro in contanti, quasi 180 chili di argento, 3,7 di palladio, 3 società, 7 auto e 8 orologi di pregio. L'attività di sequestro è tuttora in corso in Italia e in Svizzera.