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Nella solenne celebrazione dei funerali di Papa Francesco, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, ha tracciato un commosso ritratto del Pontefice argentino, salutandolo come "un testimone umile e coraggioso del Vangelo, capace di aprire il cuore della Chiesa e del mondo alla misericordia di Dio". Nel corso dell’omelia, il cardinale Re ha ricordato come Jorge Mario Bergoglio, sin dal giorno della sua elezione nel 2013, abbia "voluto imprimere alla Chiesa un volto più evangelico, meno autoreferenziale, più attento alle periferie esistenziali". "Con gesti semplici ma rivoluzionari – ha detto – Francesco ha parlato al mondo intero, mostrandoci che il potere nella Chiesa è servizio, che il primo nome di Dio è misericordia, e che nessuno deve sentirsi escluso dal suo amore".
Con voce carica di emozione, Re ha sottolineato il tratto umano e pastorale del Pontefice: "In un’epoca segnata da divisioni e chiusure, Papa Francesco ha seminato ponti e abbattuto muri, credendo nella forza del dialogo e nella dignità di ogni persona". Il cardinale ha poi richiamato alcuni momenti chiave del pontificato, dal Giubileo della Misericordia al Sinodo sull’Amazzonia, fino ai viaggi nelle terre martoriate dalla guerra e dalla povertà: "È stato pellegrino di pace e apostolo di speranza, instancabile nella difesa dei più deboli".
Al termine dell’omelia, Re ha affidato l’anima di Francesco "al Dio della vita", chiedendo al Signore di accogliere "questo suo servo buono e fedele, che ha camminato in mezzo a noi con il sorriso sulle labbra e il Vangelo nel cuore". Con le lacrime agli occhi, i fedeli riuniti in Piazza San Pietro hanno accompagnato le ultime parole del cardinale con un lungo applauso, in un commosso saluto a un Papa che ha segnato profondamente la storia della Chiesa e del nostro tempo.