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Sette arresti cardiaci, l'estrema unzione, le gambe amputate dopo il terribile incidente al Lausitzring (Germania), il 15 settembre 2001. Sembrava calare il sipario su un'esistenza spesa a rincorrere traguardi, obiettivi, successi. E invece no. Alex Zanardi è rinato, più forte che mai. Più uomo di prima. Un esempio di coraggio e attaccamento alla vita. A cavallo di due protesi che gli hanno permesso di riprendere a macinare chilometri. Non solo: riprendere a fare sport. A correre.
Quattro medaglie d'oro e due argenti fra i Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016. Ori, argenti e bronzi a non finire nei mondiali su strada in linea, crono e staffetta. A fianco a lui, da sempre, Daniela, sua moglie. Anche ieri a Pienza. Dopo l’incidente in Germania, fu lei a raccontargli tutto. Alex le domandò: "Ma posso ancora morire?". "No", rispose lei. "Allora saremo capaci di affrontare anche tutto questo. Insieme".
Ieri Daniela era al seguito di Alex in auto, con l'entourage degli organizzatori. Chi l’ha vista subito dopo, si legge sul Corriere, ha capito la sua disperazione, la paura, confidata agli amici. "Ma non lo lascio solo", ha detto.