L’immagine dell’Olocausto è la raffigurazione di una realtà orribile, sempre viva, tremenda, angosciosa e beffarda allo stesso tempo.

È la sintesi estrema e contraddittoria di ciò che può accadere al genere umano, dove da una parte c’è la follia pura, gratuita e lucida, mentre dall’altra non l’immediato specchio della morte, che può attendere, ma la rassegnazione che si colloca anch’essa con lucidità - che però è di segno opposto rispetto a quella dei carnefici - nelle menti di persone forti e fiere, che passano impotenti sul percorso del loro crudele destino.

Ed è proprio in questo senso che l’immagine è anche beffarda. Attraverso i prigionieri su cui aleggia e domina l’innocenza, la serenità interiore dei veri eroi si prende gioco della morte, di un epilogo che può far finire, come tragicamente è accaduto, tutto in cenere. Meno una cosa, però, che consiste in quei valori legati alla dignità della persona che si rivelano essere i soli a poter salvare il genere umano dal suo annientamento totale. 

Ecco, rispetto ai nemici della vita del prossimo, sono loro, le vittime e i superstiti, i vincitori e anche i protagonisti della nostra attuale libertà.  L’olocausto rappresenta un esempio estremo che non dobbiamo mai dimenticare. È troppo preziosa la libertà conquistata perché possa prevalere, anche un solo istante, l’incosciente quanto irresponsabile senso dell’oblio. Dunque, è essenziale vigilare senza riserve nelle proprie coscienze: il male è sempre un’insidia per l’animo umano.

C’è, soprattutto e purtroppo, una realtà che ci mette in costante guardia. Il riferimento è a quei focolai di violenze, di conflitti o di violazione dei diritti umani che sono diffusi in troppe aree del nostro pianeta. Nessuno può restare distante dalle ingiustizie e dai delitti perpetrati ai danni della persona, della collettività o di un intero popolo. La solidarietà degli uni verso gli altri, infatti, è la sola azione di difesa e di tutela che possa liberare il prossimo da una condizione di necessità rispetto ai delitti di cui egli stesso è o può essere vittima.

In s’ammentu de s’Olocáustu ebráicu

 

De s’Olocáustu su ‘entu 

movet s’elva in sa terra

cun sa trista oghe

de sa vida.

Leát forma su ‘entu

de su dolore

in s’ammentu

de onzi ómine e fémina

e pitzinnos

andados   

tra núes ‘e fumu.

Nóis ispettamos sa notte isteddada

cun sa lughente luna

chi frimmat su ‘entu

pro fagher s’istrada a un’istella

símbulu

de onore.

 

In ricordo dell’Olocausto ebraico

 

Il vento dell’Olocausto

muove l’erba nella terra

con la triste voce

della vita.

Prende forma il vento

del dolore

nel ricordo

di ogni uomo e donna

e bambini

andati

tra nuvole di fumo.

Noi aspettiamo la notte limpida

con la lucente luna

che ferma il vento

per fare strada a una stella

simbolo 

di onore.