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"Vogliamo assumere una iniziativa istituzionale per supportare un eventuale progetto di legge, qualora il Parlamento sia inerte". Sulle trascrizioni dei figli delle coppie gay i sindaci hanno deciso di non fermarsi.
Il portavoce del movimento è Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, città che assieme alla rete dell'associazionismo e la società civile sta guidando l'iniziativa dei Municipi per i diritti dei bambini delle coppie Lgbt+, che ha raccolto consensi e adesioni anche nelle più grandi città d'Italia. Roma, col sindaco Roberto Gualtieri, c'è.
La Firenze di Dario Nardella pure, e c'è anche Napoli, con Gaetano Manfredi, oltre alla sponda politica del Pd a guida Schlein e dei Radicali decisi a dare battaglia al centrodestra. Secondo FdI e la ministra Eugenia Roccella, un passo indietro aprirebbe di fatto allo sdoganamento dell'utero in affitto praticato all'estero.
C'è anche già una data per la mobilitazione nazionale, il 12 maggio, al Teatro Regio di Torino. Questa sera la riunione di coordinamento tra i sindaci, ma intanto si tiene dritta la barra.
"La nostra amministrazione è pronta a riprendere le iscrizioni dei bambini" dice Nardella, convinto che vada tenuta tra i primi cittadini una "linea unitaria: se così non sarà valuteremo di andare avanti come Comune di Firenze".
Anche da Roma non si prevedono dietrofront: "Noi sindaci intendiamo proseguire la nostra battaglia, coordinarci, e anche fare passi avanti rispetto a queste trascrizioni - diceva ieri Gualtieri - a partire dai casi in cui la giurisprudenza è chiarissima".
L'accusa verso il governo è di confondere le acque: "La ministra Roccella - ha detto ancora il sindaco di Roma - continua a confondere la gestazione per altri con la trascrizione di atti che riguardano figli di due mamme senza l'uso della gestazione per altri. In questo caso - ha aggiunto - c'è una chiarissima sentenza della Cassazione che dice invece che la trascrizione va fatta".
Ciò su cui i sindaci inoltre concordano supportati, sostengono, anche dalla giurisprudenza, è che c'è un vuoto legislativo. Diceva ieri Manfredi: "Penso che un tema così importante vada regolato per legge, e che debba esserci una norma chiara che garantisca i diritti ai bambini".
E oggi Lo Russo ricordava che "c'è una serie di testi in discussione. C'è un fronte comune dei sindaci e vogliamo che questa sia una battaglia trasversale. Come sindaci italiani che condividono l'impostazione culturale, chiediamo al Parlamento di legiferare".
Secondo il fronte del 'sì' lo stop del Viminale alla trascrizione "non è vincolante - spiega la leader radicale Emma Bonino - Abbiamo pubblicato una mozione, a disposizione dei Comuni e dei cittadini che si vogliono impegnare affinché venga ritirata la direttiva".
Un atto, la circolare del ministro Matteo Piantedosi, che "mi sembra risponda a una certa atmosfera che sento: proibire qualunque devianza dal conformismo delle coppie tradizionali. Il governo sventola la bandiera ideologica della famiglia Mulino Bianco".
Il presidente di Radicali Italiani Igor Boni invita direttamente i sindaci alla disobbedienza civile: "Se ai diritti non si arriva con la forza del Parlamento, si arriva col coraggio: la mobilitazione di massa obbliga a risposte".