"Chi ha emesso la sentenza sa benissimo che non un solo centesimo dell'affare di Londra è finito nelle mie tasche, e sa anche che non possiedo alcuna proprietà ad eccezione di una vecchia Mazda del 2001". A spiegarlo è il cardinale Angelo Becciu, nell'intervista rilasciata al giornale tedesco Die Zeit (dal titolo "La mia innocenza mi dà conforto") nel numero in edicola questa settimana.

Nella conversazione, Becciu ribadisce la sua innocenza. "Alcuni dei giuristi più prestigiosi in Italia hanno mosso delle severe critiche riguardo il processo. Penso soprattutto al Cardinale Herranz e ai professori universitari Paolo Cavana e Geraldina Boni".

"Io voglio che il processo d'appello dimostri la mia innocenza. Per chiarire le origini di questa vicenda una volta per tutte, spero anche che vengano desecretate le dichiarazioni dei testimoni, in particolare le oltre cento chat tra il Promotore di Giustizia del Vaticano e una testimone", prosegue il prelato. Alla domanda dei giornalisti sulle modalità di lavoro negli uffici vaticani, Becciu ricorda che come Sostituto era "responsabile di diciassette dipartimenti, uno dei quali amministrava i fondi della Segreteria di Stato": "Lavoravamo insieme in un clima di fiducia - racconta Becciu - Il compito di questo ufficio amministrativo era quello di proporre investimenti, mentre il mio era quello di dare l'approvazione finale. Ho sempre accettato le proposte che mi venivano presentate. Il nostro dovere era quello di lavorare in favore della Santa Sede, e i nostri esperti erano stimati da tutti".

L'ex Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana spiega: "Non sono responsabile di alcuna perdita, in quanto ho agito con l'autorizzazione dei miei superiori, seguendo la procedura standard della Segreteria di Stato. E perché mai un investimento, seppur sbagliato, viene considerato reato? Questa domanda mi tormenta ogni giorno da quando è stata pronunciata la sentenza il 16 dicembre 2023. Perché sono stato condannato?".

Per il cardinale Becciu l'accusa di aver impiegato a scopi illeciti il denaro destinato alla liberazione di una suora è "assurda e offensiva": "Avrei approfittato del rapimento di una suora in veste di sacerdote e diplomatico esperto? Non sono certo così cinico! L'accusa era così assurda che un avvocato della parte civile, il professor Giovanni Maria Flick, rappresentante dell'Apsa, ha chiesto la mia assoluzione". Mentre in merito alle somme di denaro inviate alla Caritas della Diocesi di Ozieri, il prelato ricorda di aver agito "su richiesta dei vescovi della mia diocesi in Sardegna": "mi hanno chiesto aiuto per le loro opere di carità nel 2015 e nel 2018 - specifica Becciu - Tali donazioni rientravano pienamente nei miei poteri. Il tribunale ha anche stabilito che il denaro non è finito nelle tasche di mio fratello, ma sul conto della Caritas della diocesi".

"Sto soffrendo - conclude Angelo Becciu - e ciò che mi addolora di più è pensare che il Papa possa credere anche solo per un minuto che io gli abbia mentito. Soprattutto ora che siamo a Pasqua".