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In più parti di Italia militanti dei gruppi che si oppongono alla campagna di immunizzazione e al Green pass, hanno inscenato, nel giorno in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto, azioni in cui si paragona lo sterminio del popolo ebraico alle norme anti covid e ai vaccini.
Provocazioni dal sapore antisemita e giudicati "inaccettabili" da molti a cominciare dal ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, che invita tutti "a non abbassare la guardia".
A Perugia l'iniziativa più clamorosa: alcune divise dei deportati nei campi di concentramento sono state stese a terra ed esposto in bella vista sul petto anche la stella di David con la scritta "no Green pass". La manifestazione, a cui hanno preso parte una cinquantina di persone, è stata organizzata dal Fronte del Dissenso. "Nella Giornata della memoria, assieme ai movimenti di Resistenza costituzionale, ricordiamo le vittime delle persecuzioni nazi-fasciste, le stesse che il governo Draghi sta applicando contro i tanti cittadini che non accettano l'ingiusto obbligo vaccinale", hanno affermato gli organizzatori.
A Sesto Fiorentino un cartello che equipara le norme sul Pass alle Leggi razziali del 1938 è stato trovato stamani sul monumento al Partigiano in piazza De Amicis. La scritta è stata immediatamente rimossa dagli agenti del commissariato di polizia. Il cartello recitava "1938 vietato l'ingresso agli ebrei - 2022 vietato l'ingresso ai non vaccinati - non avete imparato nulla di nuovo fascisti". "Paragoni vergognosi, impropri e inaccettabili", il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Iniziativa simile a Belluno dove sui muri della città sono comparsi volantini che paragonano la Stella gialla di Davide dei deportati nei lager al Green pass. Sull'episodio è intervenuto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia che ha parlato di "scelta molto triste" quella di "strumentalizzare la memoria di un martirio epocale che si perpetrò nei lager per protestare contro un vaccino, peraltro non obbligatorio".
A Trieste, invece, il consigliere comunale 3V, Ugo Rossi, si è presentato all'ingresso del Monumento nazionale della Risiera di San Sabba senza certificazione verde e ha chiesto di entrare comunque per assistere alle celebrazioni della Giornata, ma è stato bloccato. Agli addetti all'ingresso ha detto di avere l'invito e di voler partecipare alla cerimonia.
Successivamente ha anche esibito una "tessera fascista" e una "nazista". Queste forme discutibili di protesta sono state condannate dal rabbino capo di Trieste, Alexandre Meloni per il quale "usare la Shoah per delle proteste, di vestirsi da deportato, di portare la stella gialla o di inneggiare dicendo che siamo un Paese che vive lo stesso periodo del fascismo crea confusione e soprattutto crea un danno immenso. Perché le cose non sono più al loro posto". Dal canto suo il segretario della Cei, Stefano Russo, afferma che "sulla questione dei no vax e naturalmente anche dei vescovi no vax, c'è preoccupazione: i vescovi hanno ribadito la necessità, l'imperativo morale di vaccinarsi con quello spirito di chi comprende che vaccinarsi è fare non solo il bene di se stessi ma anche della comunità".
Non solo militanti ma anche chi riveste ruoli politici sono arrivate provocazioni. Il parlamentare degli M5S, Gabriele Lorenzoni, ha pubblicato su Instagram la celebre immagine del piccolo Giosuè de 'La Vita è Bella' con la scritta 'Vietato l'ingresso ai non vaccinati e ai cani' o 'vaccinati da più di sei mesi senza booster' mentre a Firenze domani il coordinamento "no pass" ha organizzato una manifestazione che culminerà con la presentazione di denunce contro il premier Mario Draghi per la gestione dell'emergenza Covid. Su Facebook Claudio Garbarino, esponente della Lega e consigliere delegato ai Trasporti e al piano strategico della Città Metropolitana di Genova ha paragonato la persecuzione nazista alle politiche sanitarie del governo.
Iniziativa duramente condannate da Pd e dalla stessa Lega. Infine i medici di famiglia di Roma hanno depositato un esposto in procura contro le "intimidazioni" da parte di pazienti no vax che sarebbero aumentate nelle ultime settimane. "Una situazione insostenibile - affermano i denuncianti - che arriva fino a determinare l'interruzione di un pubblico servizio. Con pazienti in attesa di cure nei nostri studi che restano coinvolti in episodi che spesso rasentano la rissa".