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Ad una settimana dalla riapertura delle scuole, dopo la pausa natalizia, il ministro Patrizio Bianchi difende la scelta fatta dal Governo: "Il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola non c'è stato", ci sono stati "disagi differenziati zona per zona, ma la scuola ha riaperto e si è affermata la convinzione che la scuola è un elemento fondante, la scuola è la priorità, è un diritto".
Qualche criticità però sembra permanere: dalla mancata distribuzione nelle scuole dell'infanzia delle Ffp2 alle complicazioni burocratiche sulla quarantena e sui rientri per i contagiati, dall'attesa per gli stipendi per il personale chiamato a rafforzare l'organico per l'emergenza Covid alle decisioni locali che vedono scuole chiuse nonostante le indicazioni di diverso indirizzo. È il caso della Sicilia dove si registra un vero e proprio caos.
Il ministro Bianchi assicura che le questioni più imminenti verranno affrontate a breve, come la questione della certificazione del rientro a scuola degli alunni che sono stati contagiati dal Covid e hanno superato la malattia. "Semplificheremo", ha assicurato il ministro. Tra le ipotesi, la certificazione di fine malattia rilasciata dai pediatri, come già avviene per le altre malattie.
L'importante per il dicastero è aprire ma di diverso avviso sono in queste ore alcuni sindaci della Sicilia contro i quali tuona la sottosegretaria Barbara Floridia: "Nessuno continui a privare del diritto allo studio i più piccoli, i nostri giovani, tenendo le scuole chiuse mentre tutto il resto è aperto! In Sicilia un'ordinanza di Musumeci ha creato lo scompiglio e da troppi giorni c'è confusione. Questa ordinanza, malamente interpretata, viene utilizzata per chiudere le scuole in zona rossa o arancione, indiscriminatamente". "Basta la politica gridata da sceriffi", dice l'esponente M5s, "spalancate le porte delle nostre scuole".
Un appello che rafforza la decisione di un gruppo di genitori che ha impugnato davanti al Tar di Palermo la nuova ordinanza del sindaco di Agrigento che ha disposto la chiusura delle scuole per tutta la prossima settimana.
"Dobbiamo fare del tutto perché la scuola resti aperta", concorda la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi che non nasconde però il "permanere di alcune criticità".
Domani i sindacati inoltreranno al ministero una richiesta formale per verificare i dati, su contagi e presenze, ad una settimana dalla riapertura degli istituti "in attesa della convocazione del tavolo permanente che ancora non è stato convocato", fa sapere Gissi.
C'è un problema da risolvere in tempi brevi: non ci sono le mascherine Ffp2. "Sembra che non siano arrivate da nessuna parte", sottolinea la sindacalista ricordando che la struttura commissariale le dovrebbe comunque garantire almeno alle scuole dell'infanzia e agli insegnanti di sostegno.
La Cisl fa presente anche che "manca la copertura degli stipendi del personale" che era stato assunto per l'emergenza, "parliamo degli stipendi a partire da ottobre, il personale è in difficoltà per questo, in alcuni casi non hanno confermato i contratti, domani ci aspettiamo un'informazione anche su questo", dice Gissi.