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“Voglio far sapere, le persone devono sapere. Questa mattina non ho urlato, ma solo perché sono stanca”, sono parole piene di rabbia ma con una venatura di rassegnazione quelle di Sara, 43enne romana, in carrozzina a causa di una malattia neurodegenerativa.
Sara ha raccontato a Leggo la disavventura sanitaria che ha dovuto subire qualche giorno fa.
“Dovevo fare un’ecografia mammaria e non c'era posto fino al 2024, ma per fortuna una persona aveva disdetto, c'era posto a Bagnoregio, nel viterbese a 90 km da Roma. Ho accettato pur di farla - racconta - Questa mattina mio marito mi ha accompagnata alla Casa della Salute, ma quando sono arrivata un'infermiera che mi ha visto in carrozzina, mi ha detto che l'ascensore era rotto da un mese e che la stanza per l'esame era al primo piano. ‘Come facciamo?’, ho chiesto”.
Sara tiene a sottolineare che il personale della struttura è stato cortese e che si è immediatamente attivato per trovare una soluzione.
“Hanno chiamato la Croce Rossa che ha mandato due angeli, due persone che mi hanno caricato su una sedia, aiutati da mio marito su per le scale fino al primo piano e poi dopo l'esame mi hanno riaccompagnato al piano terra - dice la 43enne con amarezza - Avrei voluto chiamare i carabinieri, fare un esposto alla procura, ma poi ho pensato chissà quante ne avranno, allora ho scritto anche all'Urp per denunciare quanto è successo e adesso ho chiamato voi di Leggo”.
Sara afferma che al Cup avesse fatto presente la propria condizione di disabilità e che l'operatrice le avesse assicurato che la struttura era idonea per i disabili.
“Alla Casa della Salute, invece, mi hanno detto che loro hanno segnalato la rottura dell'ascensore alla Asl di Viterbo, da cui non hanno avuto risposta, per cui chi ha ricevuto la segnalazione non l'ha segnalato al Cup dove arrivano le prenotazioni. Posso solo dire che ho trovato brave persone, disposte ad aiutarmi, ma non è normale fare 90 km per un'ecografia mammaria, quando ci viene detto che è importante fare la prevenzione ed avrei dovuto aspettare un anno” conclude Sara.
Una situazione assurda che riguarda la sanità di tutto il Paese, ma che pesa in particolar modo sulle persone fragili, anziane o affette da patologie.