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Oltre 700 milioni di euro di beni congelati, la Guardia di Finanza ha bloccato una serie di beni presenti sul territorio italiano ad alcuni oligarchi russi considerati vicini a Vladimir Putin, così come è stato previsto dall'Unione Europea.
Uno degli interventi più importanti è stato il congelamento del 'Sailing yacht A', imbarcazione del valore di 530 milioni di euro, riconducibile all'oligarca russo Andrey Igorevich Melnichenko.
Il provvedimento è stato consegnato al comandante della nave, che è un europeo. Con il congelamento amministrativo il bene non può lasciare il cantiere; ad occuparsi dei lavori di manutenzione dello yacht nell'arsenale triestino era Fincantieri. Progettato dall'archistar Philippe Starck e realizzato in Germania, 'A' è considerato lo yacht a vela più grande al mondo; è un veliero di 143 metri con tre alberi e otto ponti e ha una parte in vetro da cui è possibile osservare il mondo subacqueo. La nave batte bandiera delle Bermuda. Stamane il ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco, citando il conflitto in Ucraina, nel suo intervento al giuramento degli allievi ufficiali della Guardia di finanza a Bergamo, nella nuova sede dell'Accademia, si è complimentato con la Gdf per il congelamento degli oltre 700 mln ai magnati russi.
"Nelle scorse settimane - ha ricordato - l'Ue ha introdotto vari pacchetti di sanzioni contro la Russia, che prendono di mira specifici settori di esportazione, banche e individui. L'ultima decisione comporta tra l'altro l'esclusione di importanti banche russe dal sistema di pagamento Swift", concludendo coi complimenti alla Finanza, "che ha tempestivamente portato a termine importanti operazioni di congelamento di beni mobili e immobili di cittadini russi, individuati nell'ambito delle sanzioni".
Intanto rimane il giallo del mega yacht Scheherazade, lungo 140 metri, valore stimato in 700 milioni di dollari, visibile dal porto di Marina di Carrara (Massa Carrara), che da giorni desta la curiosità di turisti, cittadini e anche del New York Times; quest'ultimo ha ipotizzato da subito che possa trattarsi di uno dei gioielli del presidente russo. In queste ore le agenzie di intelligence americana - sempre secondo il New York Times - avrebbero trovato "i primi indizi" che il superyacht sia riconducibile a Vladimir Putin anche se non avrebbero detto quali siano gli indizi che a loro parere collegano lo yacht al presidente russo, né se o quanto spesso l'abbia utilizzato.
Il capitano del mega yacht, il britannico Guy Bennett-Pearce, parlando telefonicamente con il quotidiano statunitense, si è limitato a smentire che lo Scheherazade sia di Putin o che il leader russo vi abbia mai messo piede. Il capitano non ha escluso che il proprietario sia russo, ma ha sostenuto che non figura in alcuna lista di persone colpite dalle sanzioni occidentali: Bennett-Pearce si è rifiutato di dire altro sull'identità dell'armatore, citando un "accordo di non divulgazione a tenuta stagna".