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I dati quotidiani della pandemia di Covid-19, in aumento in queste settimane, vanno interpretati "con molta attenzione. In primo luogo perché questi sono i positivi che noi abbiamo trovato grazie a un grande impegno dello Stato a fare tanti tamponi. Il dato più preoccupante è l'aumento dei pazienti ricoverati con sintomi progressivi e l'aumento dei pazienti in terapia intensiva". Lo ha spiegato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, intervenuto ad 'Agorà' su Rai 3.
"Sicuramente l'indicatore del numero di ricoverati con sintomi, più o meno gravi, e il numero dei pazienti in terapia intensiva - ha sottolineato - è segno che il virus continua a circolare e trova persone che, per condizioni personali, per malattie pregresse, per età sono più suscettibili a una forma più grave. E questa può essere anche mortale", ha ricordato Ippolito.
Sul fronte dei tamponi, ha detto ancora Ippolito, "il lavoro che è stato fatto in Italia è veramente un grande lavoro. Tutto il mondo si lamenta dei tempi della restituzione della risposta, noi speriamo di ridurre ancora questo tempo".
"Va dato atto alle autorità territoriali italiane - ha sottolineato - di aver fatto un grande sforzo di applicazione delle raccomandazioni nazionali sul territorio. C'è un modello diffuso di identificazione dei contagi. Quello che è più difficile è cercare di ridurre il tempo delle risposte dei tamponi che è un argomento organizzativo, logistico: c'è chi lo fa, il laboratorio che lo registra, l'Asl che dà la risposta".