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Anche il musicista di Berchidda Paolo Fresu ha aderito allo sciopero della fame a staffetta che ha l’obiettivo di sollecitare l'approvazione del disegno di legge sullo Ius Soli, che consentirà ai figli degli immigrati nati in Italia di ottenere la cittadinanza nel rispetto di alcuni paletti.
All’iniziativa, tra i tanti, partecipano l'architetto Renzo Piano, gli scrittori Chiara Valerio e Nicola Lagioia, il padre comboniano Alex Zanotelli, l'assessore alla scuola del comune di Torino Federica Patti, il regista Andrea Segre.
Rispetto allo ius soli classico, quello adottato negli Usa e in molti paesi del Sudamerica che attribuisce la cittadinanza del Paese a chiunque nasce sul suolo nazionale, il testo pone alcune condizioni. Prevede, infatti, che i bambini figli di stranieri che nascono in Italia acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei due genitori "è residente legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla nascita" o anche se uno dei due genitori, benché straniero, "è nato in Italia e ivi risiede legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno".
La cittadinanza italiana verrebbe assegnata automaticamente al momento dell'iscrizione alla anagrafe. I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia sotto i 12 anni potranno ottenere - con l'approvazione del testo - la cittadinanza se avranno "frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale". Mentre i giovani arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato "un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo".