La Corte costituzionale dice no al quesito referendario sull'eutanasia legale, ritenuto inammissibile dalla Consulta perché "a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili". La sentenza verrà depositata nei prossimi giorni.

Quello sull'eutanasia è il primo degli otto quesiti referendari sui quali è atteso il pronunciamento della Corte costituzionale. I giudici Consulta dovranno esprimersi anche sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis, sui referendum sulla giustizia, promossi dalla Lega e dai Radicali e presentati da nove Consigli regionali. Nel caso la Corte costituzionale, presieduta dal neo presidente Giuliano Amato, dichiarasse l'ammissibilità dei quesiti il voto si terrebbe tra aprile e maggio.

Marco Cappato, presidente dell’Associazione Luca Coscioni, si è espresso così: "Questa per noi è una brutta notizia, è una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina".