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Una veranda di Wanda Nara all'ordine del giorno della riunione di condominio. Diversi condòmini del palazzone di sedici piani, in zona San Siro, dove la famiglia Icardi ha vissuto per anni prima di trasferirsi a Parigi, si sono infatti rivolti a un noto studio legale milanese. Secondo l'accusa dei vicini di casa, Nara, già prima del 2018, avrebbe fatto costruire in modo abusivo una struttura per chiudere uno dei terrazzi del suo appartamento, al penultimo e l'ultimo piano dello stabile. La presenza dell'abuso, sanato in ritardo, avrebbe compromesso la possibilità per il condominio di accedere al superbonus fiscale del 110 per cento, a sostegno di un intervento di riqualificazione del palazzo da oltre 17 milioni di euro.
Il 13 agosto 2018, a seguito di un esposto, il Comune di Milano rilevò due diversi interventi edilizi irregolari nella proprietà di Icardi e Nara poi separatisi: uno al sedicesimo piano, imputabile al precedente proprietario dell'immobile, e l'altro (la veranda) riferibile al calciatore e alla sua compagna.
Nell'ottobre 2021 il condominio deliberò un importante intervento di riqualificazione dell'edificio. A quel punto emersero nel palazzo una decina di situazioni da sanare: finestre ampliate, balconi chiusi, infissi spostati. I condòmini, però, sostengono che la Nara sia stata l'unica a non avere sanato la situazione per tempo. Quando la veranda è stata smantellata era troppo tardi per accedere allo sgravio fiscale.
Come riportato da Repubblica, Giuseppe Di Carlo, legale di Wanda Nara, risponde: "Quando il condominio si è attivato per eseguire i lavori con accesso al superbonus del 110, il general contractor e i tecnici hanno rilevato una serie di irregolarità, non solo nell'appartamento della mia assistita. In fase di mediazione si è invitata la signora Nara a eliminare le presunte irregolarità. La signora, nonostante non ci fosse certezza sulla non conformità delle opere contestate, al fine di consentire al condominio di eseguire il progetto e ottenere le agevolazioni, ha immediatamente provveduto a sanare la situazione, compresa la rimozione della famosa veranda".
"Da qui a dimostrare la responsabilità della mia cliente nel fare decadere le condizioni per accedere ai bonus, ne passa - prosegue l'avvocato -. Anche alla luce del fatto che, ad oggi, non vi è alcuna certezza che ogni irregolarità presente nello stabile sia stata sanata, specie in un momento antecedente a quanto fatto dalla mia assistita".