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Le donne italiane “vogliono i migranti per una dote sotto”. Fanno discutere le parole pronunciate a Rete Veneta del consigliere regionale del Veneto, Fabiano Barbisan, che si è poi scusato. Il consogliere, a causa di queste dichiarazioni, è stato espulso dalla Lega ed è passato al Gruppo Misto. L’accaduto lo scorso 17 ottobre.
“Lo show televisivo di cui si è reso protagonista il consigliere regionale Fabiano Barbisan è qualcosa che va oltre il 'Bar Sport', con parole che sono a dir poco indegne, a maggior ragione perché pronunciate da un rappresentante delle istituzioni”, hanno affermato in una nota i consiglieri regionali del Pd.
"In un colpo solo - prosegue la nota - Barbisan ha liquidato la questione dei migranti che scappano dalle guerre e dalla fame, definendoli come belli pasciuti, per l'esattezza 'più sgionfi de mi'. E contemporaneamente, tanto per completare il suo ragionamento sottile, ha assestato il colpo finale affermando che 'i ragazzotti neri, bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perché hanno "un'altra dote sotto". Insomma, un uno-due memorabile, che ci riporta al tempo dei cavernicoli. Una vera vergogna, che cancella ogni rispetto per le donne, per chi soffre e cerca di scappare dagli orrori, e per lo stesso Consiglio regionale".
L'esternazione di Barbisan è stata immediatamente fermata dal conduttore della trasmissione, che si è dissociato da quelli che ha definito "riferimenti pesanti".
“Sono profondamente rammaricato e mi scuso per quanto accaduto l'altra sera in televisione. Quelle mie parole non rappresentano né i miei valori, né, soprattutto, il pensiero del movimento e del gruppo al quale appartengo - ha detto in una nota Fabiano Barbisan - Sull'onda emotiva della diretta televisiva, purtroppo - sostiene Barbisan - mi sono fatto colpevolmente trascinare dagli argomenti e dalla discussione. Chi scappa da una guerra ha tutti i diritti ad essere assistito, a prescindere dalla propria corporatura. Mi scuso pertanto per queste mie parole, così come mi scuso se ho ferito la sensibilità delle donne e chiunque si sia sentito offeso - conclude - dagli improvvidi termini che ho utilizzato”.