Annino Mele, l'ex bandito dell'Anonima Sarda, oggi 67enne e scrittore, ha ottenuto la libertà condizionale dopo oltre 30 anni di carcere, di cui 28 senza godere di alcun permesso.

L'ex latitante di Mamoiada nei giorni scorsi ha lasciato il carcere di Bollate (Milano) dove era detenuto, per essere ospitato nella comunità “Il Gabbiano” di Piona di Colico, nel Lecchese.

Quello di Mele è stato uno dei nomi di punta dell'Anonima sarda. In carcere, negli anni, ha studiato e scritto diversi libri, prendendo le distanze pubblicamente dal suo passato con la celebre frase “Il sequestro di persona non paga”. Nonostante ciò non ha mai collaborato coi giudici e non ha mai fatto i nomi dei suoi complici.

E’ diventato inoltre simbolo del dibattito contro l’ergastolo e per l’abolizione del “fine pena mai”.

Latitante dal 1982 al 1987, quando il 30 gennaio venne catturato dai carabinieri fra Mamoiada e Orgosolo. Era stato condannato per vari omicidi e sequestri di persona ed era coinvolto direttamente nella faida che per un ventennio ha insanguinato il suo paese d'origine, Mamoiada. Negli anni ’80 venne accusato anche di essersi reso protagonista di un progetto di unificazione delle ideologie del terrorismo rosso e della malavita barbaricina, accuse che ha sempre respinto.

La prima condanna all’ergastolo è per un duplice omicidio compiuto la notte di Capodanno del 1976, poi 30 anni per la Superanonima della Gallura, 28 anni per il sequestro di Davide Agrati (8 anni), più altre pene per altri reati. Nel 1989 scampò a un caffè alla stricnina servitogli nel carcere di Como. Prima che gli venisse concessa la libertà condizionale, a Mele era stato permesso di uscire dal carcere per alcune ore ma faceva poi rientro in carcere.