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L’inchiesta sulla storia di Salvatore Mannino, l’imprenditore 52enne di Lajatico (Pisa) senza memoria ritrovato dopo circa un mese dalla sua scomparsa, potrebbe volgere velocemente al termine. E, addirittura, con le dichiarazioni rese ai carabinieri, essere chiusa nel giro di pochi giorni.
Era scomparso improvvisamente il 19 settembre, dopo aver accompagnato a scuola i suoi figli. Si era pensato di tutto, anche che per motivi di lavoro si fosse legato a qualche organizzazione criminale. Venne trovato ricoverato in un ospedale della capitale scozzese in stato confusionale dopo circa un mese, apparentemente non parlava italiano e non riconosceva nessuno dei suoi stessi famigliari. Ma gli investigatori non ci avevano creduto. Le analisi mediche svolte a Edimburgo, infatti, avevano rivelato che l'uomo non aveva subito nessun trauma tale da giustificare una perdita di memoria, e secondo i medici scozzesi non si era mai visto un caso di amnesia totale durare per quasi un mese. L'imprenditore, poi, che parlava un inglese con un forte accento italiano, si era tradito quando i carabinieri, andati a prenderlo in aeroporto, gli avevano chiesto in auto di spostarsi sul sedile accanto: Mannino si era spostato, rivelando così di ricordarsi ancora della sua lingua materna.
La sua scomparsa era tutta una farsa, alla fine avrebbe ammesso ai carabinieri di aver inventato tutto perché "oppresso dalla suocera e per poter dimostrare in famiglia di essere importante" .
Secondo le indiscrezioni riportate da La Repubblica, l'uomo voleva riconquistare il suo ruolo di padre e marito all'interno della famiglia, ruolo evidentemente perso per la presenza invadente - a suo dire - della suocera.
Gli stessi parenti sotto choc hanno raccontato all’Ansa, che prima della scomparsa «era assolutamente normale e conduceva una vita apparentemente felice».