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"A Natale mancano ancora tanti giorni, ma sarà un Natale sicuramente connotato da maggiore socialità" rispetto a quello dello scorso anno. Lo afferma Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, ospite a 'Mezz'ora in più' su Rai3.
“L’Oms ha detto che siamo in piena quarta ondata e la stima di 500mila morti si riferisce a una proiezione tragica se i governi non attueranno misure correttive e si potrebbe verificare entro la fine di gennaio. La situazione europea è critica, ma l’Italia si distingue in maniera netta – ha sottolineato Locatelli - Non dobbiamo sottovalutare i segnali di allerta, ma non sfociamo nell’allarmismo. Il tutto è giustificato dal fatto che la situazione epidemica in Italia, Spagna e Portogallo è la migliore di Europa”.
A Natale, ha detto quindi Locatelli, "mancano tanti giorni ed è difficile fare una previsione". Ma sui risultati dell'Italia insiste: "Non sono frutto di una combinazione astrale ma frutto di un lavoro importante fatto con le vaccinazioni, non abbandonando le mascherine e anche con il contributo del Green pass". Quindi il raffronto anche della giornata di ieri con il 6 novembre del 2020: ieri 6.746 casi, un anno fa quasi 38mila, ieri 31 decessi "dolorosissimi" ma lo scorso anno 446, ieri meno di 400 posti letto occupati in terapia intensiva a fronte dei 2.500 dell'anno scorso. Tutto questo, sottolinea, grazie alla protezione dei vaccini, come emerge dai dati dell'Iss, 95% per le intensive e 91% per i decessi.
E Locatelli aggiunge: "Tutto quello che pertiene alla responsabilità dei comportamenti individuali è fondamentale e quindi in questo senso continuare a reiterare il messaggio di indossare la mascherina, evitare gli assembramenti, e non pensare che la situazione sia stata messa alle spalle, è assolutamente determinante. Poi è ovvio che noi non viviamo in una bolla isolata viviamo in un contesto globale dove ci sono Paesi dove la percentuale di vaccinazioni anche in Europa è molto più bassa rispetto a quelle italiane".