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Palm oil in glass bottle and fresh oil palm fruit on wooden table background.
Negli ultimi decenni era considerato quasi un alimento malefico e si è cercato di limitarne l’uso per questioni di impatto ambientale, ma ora l’olio di palma torna sulle tavole degli italiani a causa della guerra in Ucraina. La crisi delle spedizioni dell’olio di semi di girasole fa puntare inevitabilmente sull’alimento tanto odiato e temuto.
A riportare la notizia sono Bloomberg Businessweek e Tg Com 24.
La produzione di olio di palma ha causato nel tempo la distruzione delle foreste pluviali nel sud-est asiatico, soprattutto in Indonesia e Malesia, compromettendo anche l'habitat degli oranghi, specie in via di estinzione. I produttori avevano deciso di puntare quindi sull’olio di girasole, ma la guerra in Ucraina ne ha interrotto più della metà delle forniture globali.
Russia e Ucraina forniscono complessivamente circa il 65% dell'olio di girasole di tutto il mondo, il 25% del grano, il 20% dell'orzo e il 18% del mais. Il conflitto ha provocato ritardi nei raccolti, problemi di trasporto e un significativo aumento dei prezzi dei generi alimentari.
Alcune aziende alimentari sono tornate ad acquistare olio di palma, ma solo se i produttori garantiranno buone condizioni lavorative e senza distruggere le foreste. Attualmente, però, solo un quinto dell’olio di palma prodotto in tutto il mondo ha la certificazione di sostenibilità.