"Tutte le epidemie arrivano e passano". Così Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, responsabile Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia, in collegamento con Agorà su Rai3.

"Noi abbiamo assistito a questa prima drammatica ondata della pandemia; la storia ci insegna che spesso in assenza di misure di controllo abbiamo due ondate pandemiche e dopo la seconda ondata pandemica in qualche maniera il virus trova una sorta di accordo con l'ospite umano e circola tranquillamente senza dare grossi impatti sulla salute pubblica. Quello che dobbiamo fare noi oggi è prevenire la seconda ondata", spiega.

Parlando della distanza tra gli ombrelloni sulle spiagge, Lopalco spiega che "ancora non l'abbiamo decisa, più o meno le indicazioni sono" intorno ai 4,5 m. "Oltre alle distanze tra ombrelloni bisogna pensare ad un camminamento tra le file di ombrelloni perché ci sarà un via vai di gente", aggiunge. 

Poi c'è "il problema dei bambini": "E' serio perché non possiamo impedire ai bambini di avere una socialità. L'indicazione di buon senso potrebbe essere quella di creare dei gruppi stabili di bambini che giocano sempre tra di loro".

E sui rientri al Sud "anche i cittadini pugliesi sono rientrati in Puglia; questa notte si sono autoregistrati sulla nostra piattaforma per dichiarare di essere rientrati e di essersi messi volontariamente in quarantena per 14 giorni. Sono centinaia quelli che lo hanno fatto. Siamo molto contenti di questo spirito civico". 

Per quanto riguarda i tamponi, secondo Lopalco "è importantissimo che a livello nazionale arrivino linee guida precise. E ci deve essere uno standard minimo nel numero di laboratori abilitati in un ambito regionale sulla base della popolazione". 

Allo stesso tempo "bisogna uscire dal paradosso che fare più tamponi significa più sicurezza e più prevenzione: bisogna farli in maniera oculata e mirata sicuramente e farne più di quanti ne sono stati fatti in passato - dice - Quindi i tamponi vanno fatti in maniera mirata, anche agli asintomatici che sono entrati in contatto con un caso per circoscrivere il focolaio. Il problema è che siamo al paradosso che è diventato anche argomento di propaganda".