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"Quanto successo alla maestra Marisa Francescangeli, sospesa con decurtazione dello stipendio solo per aver fatto recitare un’Ave Maria in classe, è gravissimo. Un provvedimento spropositato. Assurdo soprattutto se pensiamo che oggi in classe, nel silenzio di politica e istituzioni scolastiche, si insegna ai bambini che il loro sesso è “fluido”, che si può essere maschi o femmine a seconda di come ci si sente, e si può scegliere di essere chiamato con il proprio genere preferito con la Carriera Alias. Al contrario, se si recita una semplice Ave Maria la repressione è immediata e brutale". Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, sulla vicenda avvenuta in Sardegna e che ha avuto ampio risalto in tutta Italia.
"E’ urgente un intervento del Ministero dell’Istruzione per tutelare la maestra contro una sanzione ingiusta e dal sapore laicista e anticristiano. Ingiusta non solo per il gesto in sé, ma anche come dimostra la solidarietà espressa dalle famiglie della scuola, dai suoi colleghi, dai sindacati e dalle associazioni di insegnanti e dalle oltre 53.000 firme raccolte in poche ore dalla nostra petizione popolare" ha aggiunto il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.