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Da qualche tempo il futuro lavorativo dei diplomati magistrali di tutta Italia, è nelle mani del nostro governo. Si è parlato poco o niente, anche nelle reti nazionali, della sentenza del 15 novembre scorso che ha deciso per il licenziamento di 40000 diplomati magistrali, che nonostante l'abilitazione all'insegnamento, risultano non iscritti al GaE, le graduatorie dove sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione, che vengono utilizzate per l'assunzione e per l'attribuzione dei contratti a tempo determinato e indeterminato.
Una riunione prevista per il 4 gennaio 2018, indetta dal ministro Fedeli, deciderà le sorti di questi docenti, una riunione che non dà speranze, visto che la stessa ministro ha dichiarato che la sentenza è giusta e deve essere applicata. Ripercorriamo questa storia, tornando indietro nel tempo. In realtà il diploma magistrale conseguito entro il 2002 era abilitante all'insegnamento ex-lege, come riportato nella Gazzetta Ufficiale del 21 luglio 1998, per cui i diplomati avevano diritto all'inserimento nelle GaE.
Ma negli anni tra il 2004 e il 2007, il governo di turno, decise arbitrariamente di togliere il valore abilitante al diploma magistrale, relegando i diplomati in terza fascia d'istituto, dal quale continuarono a insegnare e a fare esperienza. Nel 2014, a seguito di un Consiglio di Stato, il Ministero all'istruzione dell'Università e della ricerca, con un decreto ministeriale venne costretto ad ammettere che i diplomati magistrali in possesso di un titolo da sempre definito abilitante all'insegnamento, erano per l'appunto abilitati e che, quindi, non potevano essere collocati in terza fascia, riservata agli insegnanti non abilitati.
Ritornarono quindi in seconda fascia, tra i docenti abilitati, con la differenza di non poter essere iscritti alle GaE, perché quando era possibile farlo, ovvero sino al 2007, il MIUR, li considerava non abilitati e di conseguenza non gli era permesso. A luglio del 2014 finalmente, con un primo ricorso volto al riconoscimento del loro diritto ad essere inseriti nelle GaE, si dà il via a una serie di contenziosi che portano poi all'inserimento nelle GaE di 40000 Diplomati Abilitati, 12000 dei quali firmarono un contratto a tempo indeterminato superando l'anno di prova dinanzi ad una commissione che ne certifica le competenze e le capacità a svolgere il lavoro di insegnante.
Rovesciando l'orientamento giuridico che si pensava ormai consolidato, il 15 novembre scorso, l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, respinge un ricorso identico a quelli finora passati, con motivazioni che lo stesso Consiglio di Stato nel 2015 aveva confutato e superato. Andando così incontro ad un insensato licenziamento di massa, forse il più grande dal dopoguerra ad opera del governo.
Pare che i contratti a tempo indeterminato dei docenti già di ruolo passeranno a delle supplenze, mentre a coloro che hanno in corso una supplenza verrà permesso di finire l'anno. Gli uffici scolastici provvederanno a depennare dalle graduatorie ad esaurimento gli iscritti in II fascia, man mano che arriveranno le sentenze del giudice del Lavoro.
In Sardegna sono circa 1000 gli insegnanti a rischio, ormai certezza, di licenziamento, di cui dieci immesse in ruolo dal 1 settembre 2015 della provincia di Nuoro. Riuniti in un Coordinamento Diplomati Magistrali Abilitati, movimento apolitico e non sindacale, hanno deciso di non stare fermi ad aspettare un licenziamento ingiusto ad opera dello Stato.
Inizieranno la loro protesta con lo sciopero dell'8 gennaio e, continueranno la loro mobilitazione in varie forme per far capire a tutti quanto sia grande l'ingiustizia che stanno subendo.