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Non si placa la bufera sul caso di Malika Chalhy, la giovane cacciata di casa perché omossessuale, per la quale erano state aperte due raccolte fondi per un ammontare di 150mila euro. La 22enne aveva promesso di devolvere il ricavato in beneficenza e di utilizzare parte del denaro per iniziare una nuova vita, ma le foto circolate sul web che la ritraevano con una Mercedes da 17mila euro e con un cane da 2.500 euro hanno scatenato la rabbia fra gli utenti.
Adesso sale in cattedra il Codacons, che annuncia la decisione di presentare un esposto alle Procure della Repubblica di Milano e Firenze per avviare un'indagine sul mondo delle raccolte fondi. Nel mirino del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori non è finita soltanto quella per Malika, ma anche altre iniziative del genere, su cui l'associazione vuole vedere chiaro.
"Chiediamo chiarimenti in merito a una possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati". Dal canto suo, la piattaforma GoFundMe rispedisce le accuse al mittente: "Da noi controlli rigorosi. La finalità era chiara".