Ci sono persone che amano agire senza schemi fissi e previsioni ed altre che preferiscono la sicurezza dell'abitudine. Quando Coelho definiva letale la routine, non immaginava -probabilmente- che qualche volta può, inaspettatamente, salvarti la vita.

E probabilmente non lo immaginavano neanche i fratelli Alessandro e Rosario Guido, titolari del ristorante “Viavai” di Collepasso, in provincia di Lecce. Da vent'anni ogni giorno accoglievano -tra gli altri- un fedelissimo cliente, cui riservavano il posto e addirittura il menù personale.

Ma lo scorso 4 marzo l’atteso habitué non si è presentato, destando preoccupazione nei gestori, che hanno provato a contattarlo telefonicamente. Non ricevendo risposta, temendo che gli fosse accaduto qualcosa, i fratelli Guido sono andati a bussare a casa dell’uomo, ma a parte qualche rumore sospetto non hanno udito risposta alcuna.

Intuendo il pericolo, hanno sfondato la porta e, una volta entrati, hanno realizzato che il timore era fondato: il loro fedele cliente stava avendo un attacco di cuore. Come hanno dichiarato al Corriere della Sera: “Era all’interno, steso per terra, provato dal malore che aveva accusato, al punto che balbettava e non ricordava nulla. Lo abbiamo coperto ed adagiato su alcuni cuscini, poi sono arrivati i medici e lo hanno portato in ospedale”.

Per fortuna, l’uomo ora è fuori pericolo, ma finché non si sarà ripreso completamente saranno proprio i fratelli Guido a portargli il pranzo a casa. “Non deve ringraziarci, anzi ci darebbe addirittura fastidio che lo facesse. Viviamo in una società in cui regnano la maleducazione, la mancanza di rispetto e l’indifferenza, quando invece l’amore dovrebbe essere reciproco e verso tutti. Per qualcuno può sembrare un fatto eccezionale, per noi è stato naturale e scontato” hanno voluto specificare Alessandro e Rosario.

Sulla vicenda è intervenuta anche Laura Manta, sindaco di Collepasso, che in un post Facebook ha voluto ringraziare pubblicamente i due fratelli: “Quante piccole buone azioni vengono compiute ogni giorno? Tutte queste buone azioni sono la nostra identità, raccontano il nostro modo di essere e di sentirci comunità. Una comunità fatta di tante persone per bene, lavoratori, storie di vicinato, di affetto, di famiglia. Oggi mi sento di fare i complimenti a Rosario e Alessandro che in una di queste buone azioni si sono resi protagonisti. Grazie al loro intervento si è potuto verificare che ‘il loro cliente’ aveva avuto un malore e così sono stati allertati i soccorsi e i familiari, scrivendo un lieto fine ad una storia che poteva finire male. Ecco sono queste storie di paese, di buon vicinato, di sensibilità e altruismo che ci devono rendere orgogliosi e farci sentirci tutti parte di una bella comunità”.