PHOTO
Francesca Guacci è una bellissima fitness influencer e modella di 28 anni, seguita su Instagram da quasi 50.000 followers.
Nasce a Massanzago in provincia di Padova e, fin da piccolissima, si fa strada in lei la convinzione di non voler diventare mamma. Una certezza, la sua, che non svanisce nel corso degli anni. Al contrario, Francesca dichiara più volte di non avere mai avuto dubbi e nel 2017 ricorre alla salpingectomia bilaterale, un intervento irreversibile che ha rimosso le sue tube di Falloppio.
Non potrà più rimanere incinta in modo naturale. Questo tipo di intervento solitamente si effettua su quelle pazienti con gravi patologie, come tumori o endometriosi, perciò la scelta di Francesca ha suscitato non poco scalpore.
Da quando, poi, la sua storia ha incontrato i media le polemiche non si sono più placate. Avere un bambino è certamente una cosa meravigliosa, ma non è vero che tutte le donne vogliono diventare mogli e madri e non c’è niente di male se non si ha questo desiderio.
Secondo i dati Istat, dal 2016 nel nostro paese è sempre più comune il pensiero childfree. Francesca è solo una delle tante giovani donne che non mira a ricoprire il ruolo di “angelo del focolare” e non è mai stata interessata alla maternità. Condivisibili o no, le sue ragioni meritano considerazione e rispetto. Non rispettare le opinioni che si allontanano da quelle dominanti significa ledere, in qualche modo, quella libertà grazie alla quale ognuno di noi può vivere la propria vita come meglio crede, se non fa del male agli altri. Noi l’abbiamo incontrata.
Ciao Francesca, grazie per aver accettato questa chiacchierata con noi
“Ciao, grazie a voi”
Quando hai deciso di effettuare l’asportazione delle tube di Falloppio per non avere figli?
“Questo non lo so, perché mi sono sempre sentita propensa e destinata a fare una cosa del genere. Già da piccola non riuscivo a comprendere i discorsi e le battutine che mi venivano rivolte. All’asilo o alle elementari quando mi dicevano che essendo una femminuccia da grande avrei avuto dei bimbi e mi indicavano i passeggini o i bambolotti, non riuscivo proprio a sentire nessun trasporto. La mia identità biologica e sessuale mi era già chiara, tuttavia la maternità era per me inconcepibile, quando vedevo i bambini provavo tanta tenerezza, ma non avevo l’istinto di volere dei bimbi miei un giorno. Crescendo poi, quando ho sviluppato la mia consapevolezza, ho compreso che la maternità e il dare la vita in quel senso non faceva per me. Pertanto, non c’è mai stato un momento decisionale, ho seguito la mia natura e ho solo assecondato la mia essenza più vera e intima”.
Hai appena detto: ‘dare la vita in quel senso’, qual è l’altro senso?
“Certo. Perché comunque l’istinto materno ce l’abbiamo tutte in quanto donne. A me dispiace sentire certe donne che si sono fatte operare come me, negare l’istinto materno e affermare che tale istinto non fa parte di tutte. Non è vero! Perché esso è presente in ogni donna, semplicemente ognuna di noi è creativa e generatrice di vita a modo suo. Io, per esempio, sono una persona estremamente creativa però lo sono in altri ambiti, non resterò mai incinta e non avrò figli, ma tutto il resto della mia vita è creazione. Mi sono sempre impegnata in attività artistiche stimolanti, ho scelto di lavorare con i social perché posso esprimere me stessa come voglio. Sto scrivendo un libro, studio e leggo in continuazione, sono libera di scegliere e di pensare”.
La salpingectomia è un intervento irreversibile, ma hai ancora l’utero e le ovaie, un giorno potrai comunque cambiare idea e ricorrere alla fecondazione in vitro, d’altronde sei giovanissima…
“So che non cambierò mai idea. Hai detto che sono giovanissima, secondo me, i figli vanno fatti entro i 30 anni. Mi rendo conto che oggi è un po’ tutto “allungato”, in una società in cui la mentalità è cambiata moltissimo e anche le condizioni socioeconomiche, infatti mi viene spesso detto: “Francesca i figli oggi si fanno dai 30 ai 40 e oltre” ma per me è inconcepibile. Io a 28 anni mi sento una giovane donna, ciò nonostante, quando si parla di avere figli non mi sento più così giovane dato che, per avere le energie necessarie e potersi occupare di un bimbo, bisognerebbe avere figli dai 18 anni ai 25, se vogliamo seguire la biologia pura. Poi possiamo allargare fino ai 30 ma poi… basta. Siamo giovani anche a 40, 50 o 60 anni per tantissime cose, ma non per avere figli”.
Immagino che non sia stato facile giustificare questa tua scelta con i medici ai quali ti sei rivolta...
“Non è stato per niente facile, io ho iniziato a chiedere di essere operata a 18 anni. Mi sono recata dal mio ginecologo dell’epoca che mi ha ascoltata e compresa, ma mi ha chiesto di aspettare. Ho seguito il suo consiglio, anche perché mi è era stato detto che chiedevo una cosa eccessiva, una sorta di mutilazione. Ma ogni anno ritornavo sempre sullo stesso discorso e, a 22 anni, sempre lo stesso ginecologo, mi ha dato delle indicazioni per un colloquio con il primario del reparto di ginecologia di un ospedale della mia provincia e così, accompagnata dal mio ex ragazzo, sono andata da quel medico. Lui ci ha accolti nel suo studio, però appena ha capito le mie intenzioni mi ha trattata malissimo. Ha proprio mancato di rispetto a me e al mio ragazzo; mi ha accusato di essere una capricciosa-viziata che faceva richieste impossibili e addirittura illegali. Insomma, sentite le mie intenzioni mi ha immediatamente bollata come eretica. Mio malgrado ho accettato la sua risposta e sono andata via. Avevo appena compiuto 23 anni quando ho avuto la fortuna di parlare con una ragazza che si era appena fatta operare di salpingectomia bilaterale, lei mi ha raccontato la sua esperienza e mi ha consigliato l’ospedale e il chirurgo al quale avrei potuto rivolgermi. Un ospedale in provincia di Verona dove, in un mese, sono stata visitata e operata”.
E con le persone che ti sono vicine? I tuoi genitori, per esempio, hanno cercato di convincerti a non farlo?
“Mia mamma mi ha compreso fin da subito ed è anche buffo perché siamo due persone diametralmente opposte, ci siamo scontrate davvero tante volte, ma su questo lei mi ha sempre sostenuto e supportato. Quando le ho comunicato le mie intenzioni mi ha semplicemente risposto:”si, lo sapevo già” e mi è sempre stata vicina. Mio papà invece ha fatto un po’ di fatica ad accettarlo perché aveva paura. Paura che fossi troppo avventata e che mi privassi di una gioia della vita che, tra l’altro, poteva dare a lui dei nipotini. Li desiderava. All’inizio ho percepito questa sua presa di posizione come “invadenza” poi ho capito la sua preoccupazione, mi sono seduta accanto a lui e gli ho spiegato le mie motivazioni. ‘Papà non si tratta di rinnegare il mio essere donna o di sputare in faccia a un dono di madre natura, semplicemente la maternità è sacra, ma non fa per me’. La mia famiglia è stata eccezionale”.
Le altre persone invece?
“Le altre persone meno. C’è chi ha compreso subito, c’è chi non condivide ma ha un estremo rispetto. La maggior parte della gente invece condanna la mia scelta e non sente ragioni. Non ci sono molte persone che capiscono cosa significa sapere chi si è realmente e cosa si vuole con fermezza. Pazienza”.
La critica più feroce, quella che ti ha fatto più male?
“Non mi fanno male le critiche, le ho ascoltate e ho discusso con alcune persone che mi hanno attaccata molto ferocemente. Riconosco di essermi buttata tra gli squali, sono stata invitata come ospite in alcune trasmissioni televisive e, in una di queste, hanno davvero cercato di mettermi in difficoltà e di provocarmi pesantemente, ma invano. È stato sicuramente traumatizzante, ma sono rimasta impassibile, ferma e decisa. Ho una coscienza pulita, cristallina potrei dire, perciò nessun giudizio mi tocca”.
L’intervento viene effettuato in laparoscopia con un’incisione addominale, prima che l’anestesia facesse effetto c’è stato almeno un momento in cui hai pensato: “ma cosa sto facendo”?
“No, ero felicissima, anzi non vedevo l’ora che l’intervento si concludesse”
Cosa ti fa paura se pensi all’idea del pancione e di un bimbo da crescere?
“Non è paura è proprio consapevolezza che quella non è la vita che voglio. Certamente c’è una componente di vanità, io sono molto vanitosa, tengo in modo particolare al mio aspetto fisico. Ma si tratta anche del dopo, del fatto di dover mettere un bambino in cima alle mie priorità perché i figli sono una priorità. Io invece sento che nella mia vita le priorità saranno due: io e l’uomo che avrò accanto”.
Cosa farai se il desiderio di paternità di un tuo futuro compagno dovesse prendere il sopravvento nella vostra vita di coppia?
“Mi sa che sarà necessario lasciarsi. Quando c’è questo desiderio di figli e di genitorialità è importantissimo seguire il proprio essere, io non voglio avere bambini, voglio un altro tipo di vita e se un mio futuro compagno li vorrà, ognuno andrà per la propria strada”.
Cos’è libertà per Francesca?
“Essere me stessa, senza se e senza ma. Senza considerare minimamente il giudizio degli altri. Mi rendo conto che non è semplice, anch’io ci ho messo del tempo per imparare “ad essere” senza problemi, però è questa la libertà: mostrarsi per quello che si è davvero. Hai presente la frase di William W. Purkey? ‘Balla come se nessuno stesse guardando, ama come se nessuno ti avesse mai ferito, canta come se nessuno stesse ascoltando, vivi come se il paradiso fosse sulla terra’. Perché devo ballare come se nessuno mi stesse vedendo? Io voglio ballare in quel modo anche quando tutti mi vedono!”
Il tuo sogno più bello e il tuo peggiore incubo?
“Il mio sogno più bello lo sto vivendo perché sono sempre felice, mi sono liberata a livello interiore e sto andando a prendermi quello che voglio dalla vita. Il mio incubo peggiore è appunto la mancanza di libertà, l’essere ingabbiato. Non c’è cosa più terribile della libertà negata”.
Quando vedi un bimbo per strada?
“Mi piacciono tantissimo i bambini e loro mi trovano simpatica. I figli delle mie amiche, per esempio, mi adorano e mi cercano spesso. Non mi percepiscono affatto come una stronza che li odia”. (ride)
Foto in basso di Alex Premoli