Si è concluso il Consiglio dei ministri a Cutro dedicato all'immigrazione a 12 giorni dalla tragedia di Steccato. Il Cdm è durato circa un'ora, sul tavolo della riunione di governo il decreto con disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso e di prevenzione e contrasto dell'immigrazione irregolare, contenente la stretta sugli scafisti e nuove norme, poi approvato all'unanimità. E' stata invece stralciata, a quanto si apprende da fonti di governo, la norma che rafforzava il ruolo della marina militare sulla sorveglianza marittima, dando un ruolo anche ai comandanti di nave da guerra.

A presiedere il Cdm la premier Giorgia Meloni, arrivata a Cutro con i due vice premier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. Con loro anche tutti gli altri ministri che hanno partecipato al Cdm. Ci sono il titolare dell'Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio, dell'Istruzione Annamaria Bernini, dell'agricoltura Francesco Lollobrigida, delle Imprese Adolfo Urso, della Cultura Gennaro Sangiuliano, del Turismo Daniela Santanchè, degli Affari europei Raffaele Fitto, del Lavoro Marina Calderone.

Celebrando il Consiglio dei ministri a Cutro "volevamo dare un segnale simbolico e concreto allo stesso tempo. E' la prima volta che un Cdm si svolge sul luogo in cui si è consumata una tragedia legata al tema migratorio". Così la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa a Cutro. "La presenza dell'intero Cdm a Cutro è un modo per ribadire quanto questo governo sia attento e concentrato su questo dossier", ha rimarcato la presidente del Consiglio. La presenza del governo a Cutro oggi "è un modo per esprimere compatti il nostro cordoglio per le vittime della tragedia. Abbiamo voluto apporre all'ingresso del Comune una targa in memoria delle vittime perché il ricordo non sia semplicemente un fatto transitorio", ha inoltre sottolineato Meloni.

Non potevamo" rispondere alla strage di migranti "senza dare un segnale concreto, perché noi siamo il governo, il nostro compito è trovare soluzioni ai problemi. Penso che il modo migliore per onorare le vittime è fare quel che si può fare affinché non si vadano a ripetere tragedie come queste". Dunque il via libera a un "dl che affronta la materia per ribadire che siamo determinati a sconfiggere la tratta di essere umani, trafficanti di vite umane che sono i responsabili di questa tragedia. La nostra risposta è maggiore fermezza", ha spiegato.

"Lo dico per rispondere anche ad alcune ricostruzioni surreali, secondo cui si starebbe modificando la linea governo. Chi pensa che i fatti" avvenuti a Cutro possono modificarla "si sbaglia", quanto accaduto è "la conferma che non c'è politica più responsabile di quella finalizzata a rompere la tratta e mettere fine alla schiavitù del terzo millennio".

Il decreto immigrazione varato oggi dal governo, continua Meloni, "prevede un aumento delle pene per il traffico di migranti e l'introduzione di una nuova fattispecie di reato relativa a morte o lesioni gravi in conseguenza del traffico di clandestini, con una pena fino a 30 anni di reclusione nel caso in cui muoiano persone in una di queste traversate. Il reato verrà perseguito dall'Italia anche se commesso fuori dai confini nazionali. E' un reato che noi consideriamo universale".

L'obiettivo del governo, sottolinea quindi la premier, è "colpire non solamente quei trafficanti che troviamo su quelle barche ma anche quelli che ci sono dietro. Questo cambia completamente l'approccio del governo italiano rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo, perché vogliamo rompere questa tratta".

"Un altro modo per combattere i trafficanti è dare il messaggio che in Italia non conviene entrare illegalmente, non conviene pagare gli scafisti, non conviene rischiare di morire", afferma ancora la premier, che continua: "Non intendiamo replicare l'approccio di quanti hanno lasciato che i trafficanti di morte agissero indisturbati. Mi stupisce l'atteggiamento di quanti hanno lanciato strali contro il governo, quando il ministro Piantedosi - che ringrazio - ha dimostrato che il governo non poteva fare nulla di più e nulla di diverso per salvare quelle vite, come ha sempre fatto".

"Quelle stesse persone che hanno attaccato il ministro Piantedosi - va avanti - non spendono una sola parola contro trafficanti che si fanno pagare fino a 9mila euro per una barca che alla prima difficoltà è andata in mille pezzi e che hanno lasciato che una" delle persone a bordo "fosse abbandonata legata al timone. Io questa tratta la voglio sconfiggere e combattere. E' la ragione per cui il governo ha varato questo decreto".

Il governo quindi ripristina "i decreti flussi, che consentono l'ingresso per lavorare di immigrati regolari" e "che sono stati azzerati perché tutte le quote erano coperte da chi entrava illegalmente". "Criteri" di ingresso e "quote saranno su base triennale", ha spiegato la presidente del Consiglio. Sono previste "corsie preferenziali per gli stranieri che in patria hanno fatto corsi di formazione riconosciuti dal governo italiano", ha proseguito Meloni.

All'arrivo del corteo di auto della presidente del Consiglio e dei ministri, lancio di peluche e contestazione da parte di un gruppo di persone. Altri cittadini, sistemati a bordo strada, hanno invece applaudito. Ad accogliere Meloni al palazzo del comune di Cutro il sindaco Antonio Ceraso, il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, il presidente della provincia di Crotone Sergio Ferrari, il prefetto di Crotone Carolina Ippolito e il vescovo Angelo Panzetta.

Riporta le parole di Papa Francesco contro i trafficanti la targa che la premier Giorgia Meloni ha svelato oggi nell’atrio del comune di Cutro e dinanzi alla quale ha deposto una corona di fiori. "I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti!", le parole del Papa pronunciate nell’Angelus di domenica scorsa.

"L’Italia onora la memoria delle vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, si unisce al dolore delle loro famiglie e dei loro cari. Il governo rinnova il suo massimo impegno per contrastare la tratta di esseri umani, per tutelare la dignità delle persone e per salvare le vite umane"’, si legge sulla targa.