Stefano Paternò, 43enne sottufficiale della Marina militare di Augusta, ha perso la vita ieri mattina nella sua abitazione, per arresto cardiaco. Il giorno prima il militare aveva effettuato la prima dose di vaccino dello stesso lotto di cui oggi l'Aifa ha chiesto il sequestro. Il farmaco è di produzione dell'azienda farmaceutica AstraZeneca. Paternò era sposato con due figli maschi, di 14 e 11 anni.

La Procura di Siracusa ha iscritto nel registro degli indagati, per la vicenda, una decina di persone, coinvolgendo tutta la catena di distribuzione del vaccino: dalla società responsabile della produzione fino al personale sanitario dell'ospedale militare che si è occupato dell'inoculazione. L'accusa per tutti è di omicidio colposo. La Procura ha inoltre disposto il sequestro del lotto. Per il momento non è stato trovato ne dimostrato che ci sia alcun nesso fra il vaccino e le vicende.

"Vogliamo andare sino in fondo, vogliamo giustizia, vogliamo sapere la verità e capire se a provocare la morte di mio marito sia stato il vaccino", ha raccontato all'Adnkronos la moglie, Caterina Arena. "Mio marito - ha spiegato - aveva fatto il vaccino lunedì mattina e nel pomeriggio è rientrato a casa e stava bene. Intorno alle 19.30 avvertiva dei tremori, aveva freddo e misurando la temperatura, aveva la febbre a 39. Ha preso una tachipirna e la febbre era scesa". 

"Si è sentito meglio e verso le 23 siamo andati a dormire - ha aggiunto -. In nottata però sono stata svegliata dai suoi lamenti: tremava, traballava nel letto ed aveva un respiro pesante. La donna ricorda di aver "subito chiamato il 118 e in pochissimo tempo i medici hanno iniziato a dargli aiuto in ogni modo, pure il massaggio cardiaco, ma non c'è stato nulla da fare ed i medici non sono riusciti a capire da cosa fosse stato determinato quello stato".

Foto da Facebook Rosolino Michele Fontana