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"Le scatole di cartone analizzate e le buste di carta o plastica che contenevano i reperti della Moby Prince, devono essere state manipolate da qualcuno che aveva contaminazione di esplosivo". Lo ha affermato oggi il tenente colonnello dei carabinieri, esperto di esplosivi, Adolfo Gregori, durante la sua audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince.
L'ufficiale è autore di una relazione tecnica sui reperti della nave effettuata nel corso della 18/a legislatura e i commissari lo hanno voluto sentire. "Ho analizzato quaranta campioni in totale - ha spiegato Gregori -, compresi quelli ottenute dai lavaggi dei contenitori. Sulla scatola A ho trovato tracce di pentrite e Hmx, tracce di due esplosivi ad alto potenziale che vengono utilizzati in campo militare. Un esplosivo non così" facilmente "reperibile. Nella scatola B tracce di Hmx, ma va considerato che quando facevano le analisi all'epoca non lo cercavano. Poi pentrite su alcune buste. Stiamo parlando di quantità estremamente basse, qualche decina di nanogrammi. Solo in un caso su una busta ho rilevato 444 nanogrammi di Hmx, non proprio una quantità di traccia estrema".
"Una cosa importante che ho notato - ha sottolineato - è che alcuni di questi reperti positivi non provenivano dal locale dove si dice essere stato collocato l'ipotetico ordigno esplosivo. Addirittura uno verificato ieri era su un corrimano che accedeva ai locali degli ufficiali di bordo".
"Tra l'altro va fatta un'altra considerazione - ha aggiunto il colonnello Gregori -, cioè tutti questi esplosivi sono materiali termolabili, significa che con il calore si degradano. Quindi, anche senza fare le analisi, solo ipotizzando che ci possa essere stata una bomba o tracce di esplosivo a bordo, con quel tipo di incendio protrattosi per ore è abbastanza inspiegabile come possano essersi conservate tracce di esplosivo su superfici così calde. Le tracce che ho trovato, nelle mie considerazioni finali le ho attribuite appunto a una contaminazione, non saprei in quale fase e per quale motivo, ma un qualche tipo di contaminazione che è stata identificata con le analisi".
Una contaminazione che sarebbe avvenuta ha precisato Gregori "o nelle fasi di prelievo o nelle fasi successive in laboratorio. Se in laboratorio si è lavorato in maniera non proprio accurata e pulita, si possono essere verificate situazioni di contaminazione".