Influencer da oltre 16mila follower, modella, appassionata di viaggi e passeggiate in montagna e laurea in Medicina con lode a soli 23 anni, con un anno di anticipo, all'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano.

Carlotta Rossignoli, veronese doc, una mente brillante in un corpo perfetto, una famiglia che la sostiene, un’ottima organizzazione del tempo e dei propri impegni, ha rilasciato nei giorni scorsi tantissime interviste alle testate nazionali, che l’hanno contattata per capire quale fosse il segreto di tanto successo a soli 23 anni, in un’epoca in cui la maggior parte dei giovani, ultra trentenni compresi, vengono considerati perditempo, smidollati e poco inclini al sacrificio.

La "ragazza-prodigio", dopo aver raccontato della sua grande passione per lo studio fin da quando era bambina, ha svelato al pubblico il suo “segreto”: “Mi aiuta il fatto di dormire poco, per me il sonno è tempo perso. Quando ero in sessione, sotto esame, studiavo dalle 6 del mattino fino anche alle 2 di notte” riporta TgCom 24.

Il mondo del web, a proposito di questa affermazione, si è letteralmente spaccato in 2: c’è chi l’ammira per gli importanti risultati ottenuti nel minor tempo possibile (Carlotta si è anche diplomata con il massimo dei voti ed è stata subito dopo premiata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Alfiere del lavoro), e c’è invece chi ha fatto notare che l’università, così come tanti altri importanti obiettivi della vita, non è una gara. Proprio il prossimo traguardo di Carlotta, che dice essere la specializzazione in Cardiologia, ha suscitato un’accesa polemica sulla poca importanza che la giovane dottoressa dà al sonno, visto che il dormire poco è una delle principali cause d’infarto. Qualcuno ha fatto notare che “se lei ha questa opinione sul sonno, forse, sarebbe meglio se facesse l’influencer e non la cardiologa”.

Un fidanzato non ce l’ho e non l’ho mai avuto. Non è una chiusura mentale ma ritengo che avere una persona a fianco significhi dedicarci del tempo e quindi ne deve valere la pena” ha dichiarato sempre nell’intervista a TgCom 24 la neo dottoressa.

Questo è un altro punto che fa riflettere e che gira sempre attorno al tema tempo: non ha ancora incontrato chi le interessa davvero, oppure Carlotta, 23 anni, con tutta la vita davanti, considera le relazioni perdite di tempo, rinunciando quindi a sperimentare, a provare a iniziare relazioni perché nella sua vita impeccabile che non ammette sbagli deve arrivare direttamente l’uomo giusto, quello perfetto per lei, quello che non sbaglia mai?

Ma in tutta questa faccenda posta sotto i riflettori dai media, non è da sottovalutare, negli ultimi anni, l’aumento spropositato di giovani frustrati che, attraverso i social, idealizzano modelli di vita rari e irraggiungibili per alcuni o semplicemente raggiungibili in più tempo.
Non sono pochi infatti i giovani che a 20-25 anni si sentono già dei falliti perché si trovano intrappolati tra 2 fuochi: quello della pressione sociale che non ammette la perdita di tempo per nessun individuo, e della generazione precedente che li considera pigri e sfaticati, e quello luccicante, infiocchettato e poco realistico dei social, in cui le vite degli altri appaiono magicamente più belle, emozionanti e incredibilmente semplici, creando frustrazione e in alcuni casi anche depressione.

Come ha fatto notare la giornalista Selvaggia Lucarelli nell’editoriale "Domani", “la celebrazione a cui assistiamo da giorni non tiene conto della condizione di partenza di questa brillante dottoressa, ovvero l’enorme quantità di strumenti di cui ha disposto e dispone. Che non sono gli strumenti di qualsiasi studente desideroso di laurearsi in tempo record”, riferendosi alla condizione economica della famiglia di Carlotta.

Detto ciò, non possiamo che complimentarci con Carlotta che è sicuramente una ragazza privilegiata (ricordiamoci che esserlo non è né una colpa né un merito), ma sono da riconoscere il suo enorme impegno e gli innumerevoli sacrifici e rinunce. Quindi si tratta di una giovane fortunata, (perché anche avere una famiglia unita e che sostenga i propri figli non è scontato) ma che si è indubbiamente impegnata.

D'altra parte, è bene considerare quello della neo dottoressa un caso raro, o un insieme di condizioni che, uniti a tanta buona volontà, possono capitare o possono non capitare, Di sicuro la vita non finisce a 30 anni né tantomeno a 25, ognuno ha i suoi tempi e le variabili sono tante. Nulla nella vita rappresenta una gara e la salute, sia fisica che mentale, assieme alle piccole e semplici gioie della vita, contano più di ogni altra cosa al mondo. "La felicità è desiderare quello che si ha" diceva Sant'Agostino.

Quindi ben vengano gli obiettivi e tanta buona volontà per realizzarli, ma senza per questo perderci in salute e soprattutto senza fare ogni volta mille paragoni con gli altri.