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“Alessio non voleva andare al DK33 perché è frequentato soprattutto dalla fascia di ragazzi più piccoli”. Lo ha rivelato a La Repubblica l’istruttore di sala pesi di Alessio Guerrieri, uno dei 5 giovani che hanno perso la vita nel drammatico incidente all’alba di ieri a Roma.
Una ragazza e tre ragazzi, di età compresa tra i 22 e i 17 anni, sono morti dopo che l'auto su cui viaggiavano, una Fiat 500, si è schiantata contro un lampione che illuminava la strada e poi si sarebbe ribaltata più volte.
La seconda delle giovani donne, invece, è deceduta dopo essere stata trasportata d'urgenza al policlinico Umberto I di Roma, alle prime luci dell'alba. Il sesto passeggero, anche lui di 22enne, si trova all'ospedale Sant'Andrea di Roma non in pericolo di vita.
Davanti alla palestra in cui si allenava Alessio, l’istruttore che per lui era un amico, ha detto a La Repubblica: “Alessio non ci voleva andare a quella cena ieri perché il DK33 è frequentato soprattutto dalla fascia di ragazzi più piccoli”.
Frasi forti e sconvolgenti, che rendono ancora più drammatica la situazione, che fanno riflettere su tanti piccoli particolari e sui crudeli giochi del destino.
Una cosa però è certa: questi ragazzi sono morti giovanissimi in uno dei tanti, troppi incidenti che si verificano ogni weekend sulle nostre strade. Distrazioni, sonno, la vita quotidiana che va veloce e non dà il tempo di riposare, il divertimento che deve comunque esserci nella vita dei ragazzi, le strade pericolose. Bisognerebbe ragionare sulle cause e fare in modo che queste tragedie sulle strade si azzerino una volta per tutte.