La Corte di Cassazione, con verdetto 7029 della Sezione lavoro, ha accolto il ricorso della società emiliana di trasporto pubblico 'Tper spa', che voleva licenziare in tronco, per ‘giusta causa’ e senza diritto ad indennità, uno degli autisti suoi dipendenti.

La colpa del conducente era quella di essersi rivolto, alla fermata dei pullman, a una collega, che da poco aveva partorito due gemelli, dicendole: "Ma perché sei uscita incinta pure tu? Ma perché non sei lesbica tu?", aggiungendo "e come sei uscita incinta?".

La donna aveva immediatamente presentato un esposto all'azienda datrice di lavoro che, a sua volta, aveva contestato al collega di aver tenuto "un comportamento gravemente lesivo dei principi del Codice etico aziendale e delle regole di civile convivenza" e aveva licenziato in tronco il dipendente.

Successivamente i giudici della Corte di Appello di Bologna, nel 2020, avevano ritenuto eccessiva la misura del licenziamento. Secondo la Suprema Corte però, "la valutazione del giudice di merito nel ricondurre a mero comportamento 'inurbano' la condotta non è conforme ai valori presenti nella realtà sociale ed ai principi dell'ordinamento".