PHOTO
“Se le istituzioni ci avessero ascoltato, si sarebbe potuto evitare” dicono all’unisono i genitori di Alice Scagni, neo mamma uccisa con 17 coltellate da suo fratello Alberto a Genova il 1° maggio 2022. Fanpage ha intervistato la coppia distrutta dal dolore che ha perso 2 figli in un giorno solo.
“Pur avendo otto anni di differenza i miei figli sono sempre andati d'accordo – dice la mamma, Antonella Zarri - Da piccoli giocavano insieme, da ragazzi si confidavano, anche negli ultimi giorni si sentivano molto spesso”.
Ma su Alberto “c’era, fin da bambino, una specie di ombra” a causa dell’epilessia, condizione che gli ha sempre causato un forte disagio. “Si sentiva inadeguato, temeva di avere crisi convulsive e che gli altri lo giudicassero male” dice sua madre che racconta di come il figlio si sia licenziato dal posto di lavoro, nel 2013, in seguito a una crisi, e che da allora non ha più avuto un’occupazione stabile.
Alberto viveva con il reddito di cittadinanza e qualche lavoro saltuario, fino all'arrivo della pandemia quando, anche per obbligo, inizia a chiudersi in casa e sempre più in se stesso. “Lui non voleva aprirsi con noi, l'unica con cui parlava era sua sorella” dicono i genitori.
Alice, intanto, si è sposata ed è andata a vivere in un altro quartiere con il marito Gianluca, dal quale ha avuto un bimbo. Alberto aveva iniziato a soffrire molto per questo “allontanamento”, tant’è che chiamava la sorella anche venti volte al giorno, come raccontano i genitori a Fanpage.
Nel 2021, inizia a manifestare comportamenti aggressivi e chiedeva continuamente soldi alla famiglia. “Fino ad allora - ricorda la madre - aveva condotto una vita piuttosto lineare, anche con convivenze. Nell'ultimo periodo sfogava la sua frustrazione spendendo più di quanto poteva permettersi. Tutto era partito dal disinvestimento di un piccolo fondo pensione che mio marito e io avevamo messo da parte per lui” racconta la coppia a Fanpage.
Alice suggerì così ai genitori di rivolgersi insieme a uno psicologo per cercare di aiutare il fratello. Il 19 gennaio 2022, la diagnosi dello specialista: “Alberto è affetto da disturbi psichiatrici, non è possibile aiutarlo con la sola psicoterapia”.
I genitori decidono di contattare quindi i servizi di salute mentale competenti, ma non venne attivato nessun protocollo e la prima visita è a distanza di settimane, durante le quali Alberto peggiora, dando colpi con una mazza nel muro e vandalizzando la porta della nonna, che abitava sul suo stesso pianerottolo, per avere soldi. Sia la famiglia che i vicini di casa chiedevano aiuto, anche allertando la polizia, “ma non venivano mai presi provvedimenti” dice Antonella.
Il 30 aprile 2022 Alberto brucia la porta di casa della nonna e intervennero i vigili del fuoco e la polizia. “Due poliziotti vennero a interrogarmi. Dissi loro che io e mio marito avevamo paura di fare la fine dei genitori di Benno Neumair e mi risero in faccia”.
Il padre, Graziano Stagni, la notte del 30 aprile decise di dormire a casa della suocera, accanto all'appartamento di Alberto. “Per tutto il tempo l'ho sentito sbattere i pugni contro il muro - dice l’uomo a Fanpage - ma quando al mattino ho chiamato in questura non mi sono state date indicazioni”.
A ora di pranzo del 1° maggio Alberto chiamò il padre minacciandolo di morte se non avesse avuto i soldi richiesti entro 5 minuti. Graziano e Antonella decidono di registrare le chiamate del figlio per averle come eventuale prova. Si sono susseguiti al telefono litigi domestici e parole forti, di cui molte minacce da parte di Alberto verso tutti i componenti della famiglia.
La sera del 1° maggio Alice porta fuori il cane lasciando a casa il marito e il figlio di appena un anno, asserendo che "non aveva paura di Alberto, perché sapeva che lui non le avrebbe mai fatto del male". Sotto casa. invece, la aspetta il fratello che la uccide con 17 coltellate, sotto la finestra da cui il marito di lei ha visto la scena imperterrito.
"I miei suoceri che abitano lì vicino si sono visti arrivare il cane senza padrone, mi hanno chiamata per chiedermi se avevo notizie ‘dei ragazzi' - dice Antonella a Fanpage - Lì ho capito che era successo qualcosa di terribile". Quando Antonella chiama le forze dell’ordine le viene detto: “Ma lei signora come fa a sapere che sua figlia è morta?”
“Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni – dicono i coniugi Scagni a Fanpage - tanto dalle forze dell'ordine quanto dai servizi di salute mentale. Più persone avevano dato l'allarme, si sarebbe potuto evitare. Ancora oggi non siamo nemmeno parte lesa nel processo”.
Ma, nonostante tutto, “Alberto e Alice resteranno per sempre i miei figli – dice Antonella – Alice è vicina a me in quello che sento e in quello che voglio fare e io voglio stare vicina ad Alberto. È malato e ha bisogno di aiuto”.