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Sabrina Misseri non merita sconti di pena per le "modalità commissive del delitto" e per la "fredda pianificazione d'una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell'impunità".
E’ quanto sottolinea la Cassazione nei motivi di conferma della condanna all'ergastolo per la cugina Sarah Scazzi, scomparsa da Avetrana il 26 agosto del 2010 e ritrovata morta circa un mese dopo.
Sabrina "strumentalizzando i media" deviò le investigazioni come "astuto e freddo motore propulsivo" verso "piste fasulle".
Nelle quasi 200 pagine di motivazioni depositate oggi e relative all'udienza svoltasi il 21 febbraio, i supremi giudici hanno scritto che Sabrina non ha "meritevolezza" per la concessione delle attenuanti generiche richieste dai suoi difensori.
La Cassazione ha anche negato lo sconto di pena per la mamma di Sabrina, Cosima Serrano, dato che, essendo una adulta matura, invece di intervenire a placare "l'aspro contrasto sorto" tra Sabina e Sarah, "si era resa direttamente protagonista del sequestro della giovane nipote partecipando, poi, materialmente alla fase commissiva del delitto". Sarah - ricorda la Suprema Corte - venne strangolata da Sabrina e Cosima con "concorso sinergico" tra le due: l'una ponendo "in essere la specifica azione di soffocamento da dietro della vittima" e l'altra inibendole "ogni tentativo di difendersi e ogni chance di fuga". Anche Cosima, aveva messo in atto "una serie di depistaggi per conseguire l'impunità per sé e sua figlia Sabrina". Tutti questi comportamenti rendono "impossibile" gli sconti di pena.