La violenta morte del giovane Willy Monteiro a scosso il Paese intero. Le dinamiche del pestaggio di Colleferro, che ha coinvolto la vittima e altri quattro presunti aggressori, accanitisi sul 21enne, non sono ancora del tutto chiare. In questi giorni gli agenti si stanno adoperando negli interrogatori ai testimoni, che uno dopo l'altro stanno confermando quelle che inizialmente erano accuse infondate nei confronti degli indagati. 

 Anche questi ultimi sono stati chiamati a dare la loro versione dei fatti, e uno dei due fratelli indagati, Marco Bianchi, ha fornito alle autorità un alibi che non ha fatto che alimentare sul web la collera degli utenti. Ha infatti dichiarato che prima di arrivare sulla scena del crimine stava facendo sesso in un cimitero insieme al fratello, un amico e tre ragazze appena conosciute di cui non conosceva neanche i nomi. Un dettaglio rivelato dal ragazzo per respingere le accuse, affermando di essersi recato sul luogo del delitto dopo esser stato contattato da un amico per fare da paciere.

Il Tempo ha pubblicato le foto delle carte dell’interrogatorio. "Marco Bianchi - si legge nelle carte - riferiva che allontanatosi dal pub in compagnia del fratello, di un amico e di tre ragazze delle quali non sapeva riferire il nome, mentre stavano consumando un rapporto sessuale vicino al cimitero, ricevevano una telefonata da parte del loro amico Michele Cercuozzi che gli chiedeva di intervenire in loro soccorso a Colleferro".

A quel punto i fratelli Bianchi sarebbero partiti con il loro Suv nero, raggiungendo il luogo in cui la vittima è stata massacrata di botte. Qua il secondo fratello, Gabriele Bianchi, afferma di aver solo spinto un amico di Willy, che si trovava affianco allo stesso e che temeva potesse colpire il fratello, "ed aveva in effetti notato in seguito la vittima a cadere in terra, senza tuttavia saper precisare se per un colpo o per una semplice spinta", si legge nell'ordinanza del gip di Velletri.

Ma ci sarebbe la testimonianza di uno dei quattro accusati che incastrerebbe i complici. Si tratta di Francesco Belleggia, che sostiene sia stato il quarto degli indagati, Mario Pincarelli, a sferrare il calcio fatale al ragazzo, affermando inoltre: "I fratelli Bianchi mi hanno consigliato di mantenere il silenzio". Le versioni discordanti sembrano dare conferma di quelle che sin da subito sono parse le ipotesi più realistiche, non resta che attendere per capire con certezza chi si celi dietro questa angosciante vicenda.