Per Giorgio Palù, presidente dell'Aifa e membro del Cts, non esiste un tabù sull'obbligo vaccinale.

"È già in atto per gli operatori sanitari ed è stato introdotto, ai tempi della ministra Lorenzin, per alcune vaccinazioni pediatriche. Ora - spiega intervistato da 'La Stampa' – per decidere, andrebbe valutato l'impatto biologico, clinico ed epidemiologico del virus" e "sarebbe auspicabile che almeno i dipendenti della Pubblica Amministrazione e le forze dell'ordine fossero obbligati a vaccinarsi essendo a stretto contatto con la popolazione".

Quanto all'obbligo per tutti, "resta la soluzione estrema da valutare in base all'andamento della pandemia. Certo non siamo ancora alla situazione austriaca", afferma il professore. Sulla durata del Green pass, risponde: "L'immunità, come dimostrano gli studi sulla popolazione, inizia a calare già intorno ai 6 mesi specie negli anziani e nei soggetti con patologie concomitanti. È pertanto ragionevole la proposta di abbassare la durata del certificato a 9 mesi".

Palù parla anche dei vaccini per i bambini: "Sono sicuramente più esposti alla variante Delta. Entro fine novembre l'Ema dovrebbe pubblicare la sua valutazione rischi-benefici e successivamente l'Aifa si esprimerà".

Alla domanda se si aspettasse la crescita del contagio, ribatte: "Una recrudescenza invernale sì, ma grazie ai vaccini non è esponenziale". I fattori dei nuovi contagi sono 4, a suo avviso: "Il clima invernale che facilita la diffusione aerea del virus, la variante Delta più contagiosa, i non vaccinati e il calo dell'immunità".