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Le condizioni di salute di Papa Francesco destano nuovamente preoccupazione. Dopo l’ultima crisi respiratoria che lo ha colpito nella mattinata di ieri, 22 febbraio, il Pontefice si trova sotto stretta osservazione medica, con una prognosi riservata. Questa notte ha riposato, ma il suo quadro è ancora delicatissimo.
Le difficoltà respiratorie lo accompagnano da tempo e negli ultimi mesi hanno reso sempre più complessi i suoi impegni pubblici. Non è la prima volta che lo stato di salute del Santo Padre suscita apprensione tra i fedeli: già nelle scorse settimane, diverse indiscrezioni avevano lasciato trapelare un crescente affaticamento. Tuttavia, la situazione attuale appare più delicata, tanto che in Vaticano si respira un clima di attesa e apprensione.
Quello in corso è un anno di grandi impegni e appuntamenti per la Chiesa di Roma, chiamata a celebrare il Giubileo che attirerà in città milioni di fedeli da ogni angolo del mondo. Anche per questo, da giorni, si è riaccesa l'attenzione sulle possibili dimissioni di Francesco, che già nel 2014, poco dopo l’elezione, affermò che Benedetto XVI aveva aperto una porta e che anche lui, se non si fosse più sentito in grado di guidare la Chiesa, avrebbe potuto prendere la stessa decisione. Nel 2022, durante un'intervista, il Papa ha spiegato di avere già una lettera di dimissioni pronta, consegnata al Segretario di Stato in caso di grave impedimento per motivi di salute. Più recentemente, ha sottolineato che non pensa ancora a dimettersi, ma che la possibilità resta aperta se il suo stato fisico dovesse compromettere il governo della Chiesa.
CONCLAVE ANTICIPATO?
Sebbene i collaboratori più stretti di Francesco e numerosi cardinali si siano espressi in questi giorni allontanando la possibilità di un passo indietro da parte del Papa, in questi giorni è tornata di attualità la riflessione su chi potrebbe essere il suo successore al soglio di Pietro, qualora i porporati fossero chiamati a un conclave anticipato.
Sono 138 i cardinali con meno di 80 anni, età limite per poter partecipare al conclave. Sebbene il numero dei cardinali elettori è fissato a 120 dalla costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo di papa Paolo VI, infatti, da Giovanni Paolo II in poi si è spesso derogato alla norma. I cardinali non elettori per raggiunti limiti di età sono invece 114.
Il gruppo degli italiani è, come da tradizione, il più nutrito con 19 elettori. Gli altri Paesi più rappresentati sono Usa (10 elettori), Spagna e Brasile (7), Francia (6), India (5), Portogallo, Polonia, Canada e Argentina (4).
COME SI ELEGGE UN PAPA?
Il conclave è il processo con cui viene eletto il nuovo Papa. Si svolge nella Cappella Sistina ed è riservato ai cardinali elettori. Dopo la Messa Pro eligendo Pontifice e la formula "Extra omnes" ("Fuori tutti") pronunciata dal Maestro delle cerimonie pontifice, i cardinali si chiudono nella Cappella Sistina, senza contatti con l’esterno.
Hanno così inizio gli scrutini segreti: ogni porporato scrive il nome del candidato scelto su una scheda e la deposita in un'urna. Per arrivare all'elezione del nuovo Papa servono i due terzi dei voti. Se dopo alcuni giorni non si raggiunge un accordo, si adottano regole speciali per facilitare l'elezione.
Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate e dal comignolo della Sistina fuoriescono le attesissime fumate: la fumata nera significa nessun eletto, la fumata bianca annuncia l'elezione. Una volta che il cardinale eletto accetta l'investitura e sceglie il suo nome papale, viene annunciato al mondo dal balcone della basilica di San Pietro con la fomrula "Habemus Papam" ("Abbiamo il Papa").
I PAPABILI
Fra i cardinali italiani, uno dei profili forti è quello del cardinale Matteo Zuppi, 69 anni, romano, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nelle questioni sociali, è molto vicino alla Comunità di Sant'Egidio. Considerato un progressista, ma equilibrato su temi dottrinali, è stato inviato speciale del Papa per il conflitto ucraino.
Pietro Parolin, vicentino, segretario di Stato Vaticano, 70 anni, è un apprezzato diplomatico con vasta esperienza internazionale. Il suo ruolo di "primo ministro" del Papa lo ha portato a rappresentare la Santa Sede in diverse delicate trattative globali, specie con i governi di Cina e Venezuela. Nella complessa dialettica fra progressisti e conservatori, sarebbe un centrista capace di mediare fra le differenze di vedute interne al collegio cardinalizio.
Fra i componenti internazionali della Curia, spicca la figure di Luis Antonio Tagle. Filippino, 67 anni, ex arcivescovo di Manila e attuale prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, di lui si parlò anche in occasione del conclave del 2013 che portò all'elezione di Bergoglio. È noto per la sua vicinanza ai poveri e per la sua capacità comunicativa.
Peter Turkson, 74enne ghanese, il più influente dei cardinali africani. Considerato un bergogliano, ex prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. È stato una voce prominente su temi di giustizia sociale, diritti umani, difesa dell'ambiente e dialogo interreligioso soprattutto negli scenari di guerra.
Jean-Claude Hollerich, lussemburghese, 66 anni, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE), noto per il suo impegno nel dialogo tra Chiesa e istituzioni europee. Progressista, ha promosso un approccio più inclusivo della Chiesa esprimendo apertura su questioni delicate come l'omosessualità e il ruolo delle donne nella Chiesa.
Péter Erdő, arcivescovo 72enne di Budapest e primate d'Ungheria, è considerato papabile per la sua grande preparazione teologica e giuridica. La sua linea è conservatrice, ha posizioni tradizionali su temi dottrinali e morali, il che potrebbe attrarre i cardinali orientati alla continuità con il magistero di Benedetto XVI.
L'arcivescovo di New York Timothy Dolan, 75 anni, è il più illustre fra i cardinali statunitensi. Ha un forte seguito tra i fedeli negli Stati Uniti e posizioni conservative su molte questioni sociali, inclusi matrimonio, aborto e moralità cristiana.
Se fosse ancora il Sud America a esprimere il nuovo Papa, quello di Odilo Pedro Scherer sarebbe uno dei nomi di più alto profilo. Il 75enne arcivescovo di San Paolo, la diocesi più grande del Brasile e una delle più importanti del mondo, è una delle voci più influenti della Chiesa in America Latina. Sostenitore della dottrina sociale della Chiesa e nel favorire un dialogo con i poveri, è visto come una figura moderata, sebbene sia stato critico verso alcuni aspetti più radicali della teologia della liberazione.