"Amare significa questo: servire e dare la vita. Servire, cioè non anteporre i propri interessi; disintossicarsi dai veleni dell'avidità e della competizione; combattere il cancro dell'indifferenza e il tarlo dell'autoreferenzialità, condividere i carismi e i doni che Dio ci ha donato. Nel concreto, chiedersi "'che cosa faccio per gli altri?', questo è amare, e vivere le cose di ogni giorno in spirito di servizio, con amore e senza clamore, senza rivendicare niente".

Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della messa in Piazza San Pietro con il rito di canonizzazione di dieci nuovi santi. "E poi dare la vita - ha proseguito -, che non è solo offrire qualcosa, come per esempio alcuni beni propri agli altri, ma donare sé stessi".

"La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di tanto amore quotidiano", ha sottolineato il Pontefice. "Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? E qui c'è tanta gente che ha autorità. Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali", ha aggiunto, citando la sua esortazione apostolica Gaudete et exsultate. Questa è la strada della santità, è così semplice".