"Quest'anno ci attendono restrizioni e disagi; ma pensiamo al Natale della Vergine Maria e di San Giuseppe: non furono rose e fiori! Quante difficoltà hanno avuto! Quante preoccupazioni! Eppure la fede, la speranza e l'amore li hanno guidati e sostenuti. Che sia così anche per noi!".

Lo ha detto il Papa nell'udienza generale richiamando al valore del Natale, "quello vero, cioè la nascita di Gesù Cristo". "Anche ci aiuti questa difficoltà a purificare un pò il modo di vivere il Natale, di festeggiare, uscendo dal consumismo, che sia più religioso, più autentico, più vero".

"Noi non siamo migliori di nessuno, siamo tutti fratelli in una comunanza di fragilità, di sofferenze e nell'essere peccatori". Così Bergoglio proseguendo le catechesi sulla preghiera. "Chi prega non lascia mai il mondo alle sue spalle. Se la preghiera non raccoglie le gioie e i dolori, le speranze e le angosce dell'umanità, diventa un'attività 'decorativa', un atteggiamento superficiale, da teatro, un atteggiamento intimistico", ha sottolineato il Pontefice.

La preghiera invece è "intercessione" per gli altri: "Nella Chiesa, chi conosce la tristezza o la gioia dell'altro va più in profondità di chi indaga i 'massimi sistemi'. Per questo motivo c'è un'esperienza dell'umano in ogni preghiera, perché le persone, per quanto possano commettere errori, non vanno mai rifiutate o scartate. Quando un credente, mosso dallo Spirito Santo, prega per i peccatori, non fa selezioni, non emette giudizi di condanna: prega per tutti. E prega anche per sé. In quel momento sa di non essere nemmeno troppo diverso dalle persone per cui prega", ha aggiunto Papa Francesco.

"Non dimentichiamo di chiedere il Signore in favore degli altri, anche per coloro che ci fanno del male", ha concluso. (Fonte La Repubblica)