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In Italia la prima Giornata internazionale della donna fu celebrata soltanto il 12 marzo 1922, dietro iniziativa del Partito Comunista. Parallelamente, il neofondato periodico “Compagna”, il primo marzo 1925, riportava un articolo di Lenin dove si ricordava l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
Nel settembre del 1944, donne di diversi partiti (Partito Comunista Italiano, Partito Socialista Italiano, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana, Democrazia del Lavoro) fondarono l'UDI, Unione Donne in Italia. Su iniziativa di quest’ultima, l'8 marzo 1945 fu celebrata la prima Giornata della donna nelle zone dell'Italia libera. Finita la guerra, l '8 marzo del successivo anno si celebrò in tutta l'Italia.
Proprio in tale occasione nacque il suo simbolo: la mimosa, da un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Dietro la scelta del fiore, un insieme di simbolismo e praticità: era infatti una pianta povera e reperibile pressoché ovunque. Questo la rendeva un omaggio adatto a tutte le tasche.
La proposta fu messa ai voti tra le donne dell’UDI: alla fine vinse proprio la mimosa sull’ipotesi delle anemoni e dei garofani. Secondo un’altra simbologia, inoltre, la capacità delle mimose di fiorire anche in condizioni difficili viene accostata alla capacità di resilienza delle stesse donne e alla capacità di conquistare i propri diritti.
Due curiosità: in Australia, nell’antichità, la mimosa era utilizzata come rimedio per le malattie veneree, mentre presso gli Indiani d’America veniva regalata per dichiarare il proprio amore a una donna.
Fiori, simboli e giornate sono -in ogni caso- solo uno spunto per un concetto ben più ampio ed importante: la donna come figura e persona va tutelata e rispettata sempre ed in qualsiasi contesto!