Una poliziotta transgender è stata pestata brutalmente da tre giovani ultras a Trento, in un bar vicino allo stadio cittadino. La motivazione dell'aggressione sarebbe da ricondurre alla sua identità di genere. Secondo quanto riferito dalla vittima, nella notte fra il 14 e 15 febbraio, verso le 3 del mattino uno degli aggressori avrebbe iniziato a insultarla.

"A un certo punto ci siamo alzati per andare via, perché la ragazza doveva chiudere. Quando ci siamo alzati, uno di loro, che non conosco, mi ha dato uno spintone, una spallata e mi ha offeso sulla mia sessualità - ha raccontato al Corriere del Trentino -. È una cosa che mi dà veramente molto fastidio, mi ha ferita, e così mi sono girata e praticamente gli ho dato uno schiaffo. Lo dico apertamente, non mi nascondo".

Dalla reazione dell'agente è scaturita la violenta aggressione: "Hanno iniziato a colpirmi con una serie di pugni - ricorda -. Già con il primo sono finita a terra, mi sono alzata e me ne sono arrivati tanti che non riuscivo a sottrarmi. Volevo scappare in bagno, ma uno di loro mi ha presa e buttata verso gli altri due che hanno continuato a colpire. Ero una maschera di sangue".

Impietoso il referto medico: 22 punti di sutura, rottura del setto nasale, trauma cranico e numerose altre contusioni. Ma il dolore, come spiega la vittima, è soprattutto interiore: "Mi sento ferita, abbattuta. Non è solo il corpo a soffrire, è l’anima", commenta.

I tre ultras apparterrebbero al gruppo "Nuova Guardia", di estrema destra. Indagini in corso per risalire ai malviventi, che immediatamente dopo il pestaggio si sono dati alla fuga.