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Schiaffi, calci, pugni contro la figlia della compagna, una bambina di appena 9 mesi. E' stato disposto il giudizio immediato per Mario Franchini, il 28enne in carcere a Pavia da oltre cinque mesi con l'accusa di tentato omicidio aggravato per avere preso a botte la neonata a Casarile (Milano). Il processo verrà celebrato il prossimo 10 maggio.
Il 1° ottobre 2022, secondo quanto ricostruito, Franchini si trova solo con la bimba mentre la madre della piccola era andata a lavorare. Quel pomeriggio, la donna provò più volte a contattarlo, ma non ricevette mai risposta, così chiese alla madre di andare a controllare se fosse successo qualcosa.
Una volta in casa, la donna aveva trovato la piccola in condizioni gravissime. Come riferito, in seguito alle botte aveva riportato frattura del cranio, emorragia celebrale, lividi su tutto il corpo. Accanto a lei il compagno della mamma della vittima.
"Ero disconnesso dal mio cervello, non ragionavo, non ero io", aveva raccontato il 28enne ai carabinieri, "Volevo solo farla smettere di piangere".
"Si ricorda solo di averla strattonata. È impossibile che le abbia dato calci e pugni, perché una bimba di nove mesi sarebbe sicuramente morta", sostenne l'avvocato dell'uomo al tempo. "Fin da subito si è pentito di quanto successo, e ha sempre chiesto delle condizioni della bambina".