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Presentati a Milano il nuovo album di Marco Carta dal titolo "Bagagli leggeri". Per l'occasione è stato presentato anche il libro "Libero di amare", che parla del triste episodio che alcune settimane fa lo ha visto al centro di uno scandalo, accusato di aver rubato alcune magliette alla Rinascente di Milano. Il giudice non aveva convalidato l'arresto e lo ha rimesso in libertà. L'artista cagliaritano è comunque indagato per furto aggravato in concorso.
Il processo si terrà a settembre e Carta dice: "Sono tranquillo, anzi non vedo l'ora".
"Le critiche social mi hanno fatto male - racconta il cantante - bisognerebbe avere un patentino per i social, passare un esame, Non è possibile scrivere insulti pesanti a muso duro e a cuor leggero. Io ho una bella corazza, ma sono un essere umano, ero spezzato e mi sto ricongiungendo ora".
Secondo l'artista sardo neppure i media sono esenti da colpe: "La stampa stessa ha fatto titoli pesanti, a volte è una questione di acchiappa clic, ma mi sarebbe piaciuto che ci fossero stati alcuni articoli diversi nel titolo perché spesso ci si sofferma a leggere solo quelli e si hanno informazioni errate".
Carta racconta quanto accaduto anche nella sua autobiografia edita da Baldini e Castoldi, in un capitolo intitolato "Il furto" e aggiunto all'ultimo minuto. "Non ero conscio, sennò mi sarei dissociato o l'avrei impedito", dice riferendosi al ritrovamento delle magliette nella borsa della ragazza che lo accompagnava.
"In un primo momento - racconta - c'è stata una paura generale della casa discografica e di quella editrice, ma dopo il comunicato del giudice tutti si sono calmati e non sarebbe stato corretto non far uscire cose su cui lavoravamo da mesi".