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Nella notte fra mercoledì e giovedì la statua di Roberto Benigni è stata imbrattata di vernice rossa. E' successo a Castiglion Fiorentino, paese che ha dato i natali all'attore e regista toscano. La furia iconoclasta, diffusasi inizialmente come eco alle rivendicazioni antirazziste, adesso si è riversata persino sull'immagine del celebre comico. Ignota l'identità dei vandali, che hanno agito nel buio.
La statua dedicata a Benigni è un bronzo, eretta dallo scultore Andrea Roggi nel 1999, anno in cui nelle sale usciva La vita è bella, capolavoro che valse l'Oscar. Si trova lungo la strada provinciale della Misericordia, nel "parco della Creatività". Lo stesso Roggi, ha commentato l'accaduto, parlando di "atto inqualificabile".
A dire il vero, non poche polemiche erano già sorte in precedenza riguardo il bronzo in questione; infatti non tutti avevano visto di buon occhio la creazione di tale omaggio per un personaggio che, con la sua ironia e comicità pungente, è stato più volte al centro di dibattiti fra chi ne condivideva il pensiero, e chi invece si discostava. In occasione dell'inaugurazione furono i genitori Luigi e Isolina a partecipare, che raccontarono la storia e il legame del figlio con la propria Terra.
Adesso riecheggiano quasi profetiche le parole di Vittorio Sgarbi, pronunciate qualche giorno fa, quando, parlando a proposito dell'imbrattamento della statua di Indro Montanelli, provocatoriamente aveva chiesto di buttar giù quella di Benigni, perché "esattamente come Montanelli ha trattato la donna come una cosa", raccontando della volta in cui in una trasmissione della Carrà "cominciò a palpeggiarla". Sull'episodio continuano le indagini dei carabinieri.