"C'è un traffico costante di donne che vengono portate in Italia dal Sudamerica attraverso la Spagna, destinate allo sfruttamento sessuale negli appartamenti".

Lo denuncia Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII. "Arrivano in Europa in aereo - spiega Ramonda - dal Perù, dal Venezuela, dalla Repubblica Dominicana, la maggior parte dotate di visto turistico per la Spagna. Poi raggiungono l'Italia con la promessa di un lavoro da colf, e qui scoprono la dura realtà: dovranno sborsare centinaia di euro al mese per l'affitto di un posto letto in un appartamento. Per saldare i debiti viene loro messo a disposizione un unico mezzo: proporre prestazioni sui principali siti di incontri a luci rosse".

È il caso di una donna incontrata a fine 2021 dagli operatori dell'associazione di Don Oreste Benzi in una città dell'Emilia: "Abbiamo saputo di una donna peruviana che aveva lasciato il figlio disabile alla nonna prima di partire per la Spagna, convinta di avere trovato un lavoro stagionale come badante. Invece si è trovata costretta a vendere prestazioni sessuali in Italia. Siamo riusciti a farla scappare grazie all'organizzazione spagnola Fundacion de solidaridad Amaranta. Da due settimane il suo posto è già stato preso da una donna sulla quarantina che ci ha riferito di essere appena arrivata dal Messico".

L'operatrice che l'ha accompagnata nel percorso di uscita racconta: "Mi ripeteva piangendo che se avesse denunciato i suoi aguzzini sarebbero riusciti a vendicarsi facendo del male a sua figlia rimasta in Perù: 'ci sono famiglie potenti nel nostro paese che arrivano ovunque', mi diceva".

La Comunità Papa Giovanni XXIII ha attivato unità di contatto con le donne costrette alla prostituzione al chiuso a Bari, Modena, Rimini, Roma, Savona. Alcuni arresti di fine 2021 hanno smantellato una rete costituita da persone italiane, sudamericane e moldave, che gestiva appartamenti hard in una palazzina del centro storico di Genova, dove sono attive Afet Aquilone onlus e Comunità San Benedetto al porto. Le esperienze e i risultati del progetto 'Hope this helps' della regione Liguria saranno presentati il 15 febbraio alle 17.00 a Genova, durante il seminario online 'Donne sudamericane e sfruttamento sessuale. Il caso del centro storico di Genova', organizzato insieme ai partner Differenza Donna e Fundacion de solidaridad Amaranta.

L'evento si colloca all'interno del progetto 'Miriam. Donne migranti libere dalla violenza di genere', finanziato dall'Unione Europea e finalizzato alla tempestiva identificazione delle donne vittime di violenza in Italia e in Spagna, e gode del patrocinio del Comune di Genova.