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Non si placa il dibattito dopo l'uscita sugli schermi italiani della serie tv promossa da Sky, M-Il figlio del secolo, con protagonista l'attore Luca Marinelli, che ripercorre il periodo dell'Italia fascista sotto Benito Mussolini. Subito, le parole di Marinelli avevano acceso le polemiche, dopo che l'attore, cresciuto in una famiglia dai radicati sentimenti antifascisti, aveva raccontato di aver sofferto nell'interpretare il ruolo del Duce. "Quando è arrivata la busta paga non hai sofferto", è stata la critica maggiormente mossa dai detrattori.
Polemiche che hanno aumentato attenzione e curiosità sul prodotto, da tanti apprezzato per la caratterizzazione del personaggio e l'accuratezza storica, da altri meno, ritenuto macchiettistico e poco attinente alla realtà. Su alcune delle dichiarazioni dell'interprete italiano, che ha definito il dittatore una persona "spietata e cattiva", è intervenuta anche la nipote Rachele Mussolini, consigliera comunale di Forza Italia nella capitale.
“Mi ha molto disturbato sentire affermazioni così forti – ha dichiarato –, perché credo che dovrebbero essere supportate da prove concrete. Se si parla di una figura così importante, si dovrebbe almeno chiedere a chi quella famiglia l’ha vissuta, come i nipoti e i pronipoti”.
La consigliera ricorda l'infanzia: “In casa si facevano delle attività normalissime: si giocava a carte e si ascoltava la musica. Era un papà premuroso, si interessava anche del rendimento scolastico dei propri figli”, ha aggiunto, precisando che a suo modo di vedere il giudizio dell'attore avrebbe dovuto scindere vita privata e pubblica: “Mi ha dato fastidio che abbia potuto dare un giudizio che esula da quella che può essere una ricostruzione storica, che sia entrato in qualcosa di famigliare e intimo. Ecco - ha concluso -, questo mi ha dato fondamentalmente molto, molto fastidio”.