Una dottoressa in servizio presso la guardia medica di Santa Cristina d'Aspromonte (Reggio Calabria) è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco mentre si trovava in auto con il marito, rimasto ferito.

Francesca Romeo, 67 anni, stava rientrando a casa in macchina alla fine del turno di servizio quando, lungo la strada che porta a Taurianova, è stata raggiunta dai colpi d'arma da fuoco esplosi da alcune persone. Al momento, riferiscono all'Adnkronos fonti investigative, non si possono ancora fare ipotesi sul movente del delitto ed è ancora al vaglio la dinamica dell'agguato. Sul caso indaga la Polizia.

"Conosco Francesca Romeo e anche il marito. Quello che è accaduto è allucinante, è un agguato agghiacciante che ci riporta a tempi bui". Così all'Adnkronos Salute Pasquale Veneziano, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Raggio Calabria. I due medici erano dei possibili bersagli per il loro lavoro? "Non sappiamo cosa sia successo, se l'agguato sia legato al lavoro, il marito è psichiatra, o ad altro - risponde Veneziano - Ora sia siamo tutti sconvolti".

Francesca Romeo "è il quarto medico ucciso in Regione", dice Pasquale Veneziano in nota della Fnomceo. "Tutto riporta alla memoria altri assassinii che hanno funestato la nostra sanità. Non conosciamo - aggiunge - ancora il movente di questo atroce delitto, non sappiamo se sia o meno legato alla professione. Se così fosse, ancora una volta, non avremmo saputo proteggere una collega nell’esercizio della sua professione. Qualsiasi intervento - conclude - sulla sanità calabrese è inutile e disperato, se non viene garantita l’incolumità dei medici, la sicurezza sul lavoro”.

“Siamo scioccati dalla notizia del brutale agguato di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, nel quale ha perso la vita una collega mentre il marito, anche lui medico, è rimasto ferito. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, al presidente dell’Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano”, dichiara il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli.

“Siamo fiduciosi nel lavoro delle Forze dell’Ordine - aggiunge - per chiarire il movente. Resta il fatto che un’altra donna medico è stata uccisa mentre rientrava dal lavoro. Chiediamo tutele, chiediamo sicurezza. Non si può pensare di arginare l’abbandono del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in terre martoriate come la Calabria, se non garantiamo condizioni appropriate per l’esercizio della professione”.